L'ex governatore

Roberto Maroni su Umberto Bossi e il cerchio magico: "Hanno cercato di buttarmi fuori dalla Lega, Salvini li ha fermati"

Torna in pista, Roberto Maroni. Ma non dimentica chi nel passato non troppo lontano ha cercato di farlo fuori dalla Lega. Intervistato dal Corriere della Sera, l'ex governatore della Lombardia nonché segretario del Carroccio nel momento più duro (scandalo Belsito, sondaggi a picco, e "scope" per fare pulizia nel partito) conferma di poter essere il candidato sindaco nella sua Varese, come indicato da Matteo Salvini, suo successore alla guida della Lega. "Ho dato la mia disponibilità se non si troverà qualcuno di giovane e capace. E qualcuno si può trovare. A Varese è nata la Lega e da Varese potrà ripartire la battaglia per il Nord, l'autonomia e il federalismo nata con Umberto Bossi".

 

 

 

Già, il Senatùr. Per lui solo parole al miele. Lo scontro durissimo nel 2012 non fu con il fondatore, sottolinea Bobo, ma "col cerchio magico. A lui voglio bene, tutto quello che ho fatto è stato grazie a lui, al suo genio e alla sua amicizia. Gli vorrò bene per sempre. Un leader deve avere la capacità di ascoltare anche chi lo critica. Fino alla malattia, questa capacità l'ha sempre avuta". Carezze anche per Salvini: "Fu proprio lui a prendere le mie difese quando il cerchio magico cercò di buttarmi fuori, fu lui a preparare le contromosse. Senza Matteo, non so davvero come sarebbe andata. Anche per questo io ho sostenuto con forza la sua candidatura alla guida della Lega. Lui, poi, si è dimostrato assolutamente attivo ed efficace, ha scalato vette che io e Bossi vedevamo solo da lontano. Chiaro che nella sua posizione di oggi, lui sia non facile da raggiungere. E dunque, tutto bene".