In che mani siamo
Paola De Micheli e Roberto Speranza, scontro al vertice. Retroscena: "Sei troppo rigido", "La pandemia non è finita"
Niente intesa delle Regioni sulla riapertura delle scuole, su trasporti e mascherine. Ma soprattutto è scontro tra i ministri della Salute e dei Trasporti. Il "no" più netto è alla mascherine fisse in classe, impossibile secondo gli esperti chiedere di indossare per 5 o 6 ore. Al momento la posizione del Cts resta la stessa: esclusi i bimbi da 0 a 6 anni, la mascherina va indossata laddove non si riesca a rispettare il distanziamento e quando non si è seduti al banco. Alcune questioni potrebbero però essere rivalutate dopo la riunione internazionale dell'Oms del prossimo. Tutta la task force del Governo era collegata in video alla riunione convocata da Azzolina insieme alla ministra dei Trasporti Paola De Micheli, al ministro della Sanità Roberto Speranza, da quello degli Affari Regionali Francesco Boccia. Con loro anche Agostino Miozzo del Cts e il commissario straordinario Domenico Arcuri.
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Atmosfera spumeggiante - Tra le possibili misure alternative al distanziamento proposte dalla titolare dei trasporti anche l’adozione di «separatori morbidi» a bordo dei mezzi pubblici: non delle barriere di plexiglas, dunque, come era già stato proposto da alcuni, ma semmai dei divisori di stoffa. "Nessuno si illuda, di fronte all'impossibilità di fornire un servizio di trasporto scolastico adeguato noi diremo ai cittadini che la colpa è del governo. Nelle nostre città rischiamo la rivolta dei genitori", dice Bonaccini. Panico perché nessuno vuole una riapertura pasticciata delle aule, o peggio ancora insicura, possa provocare danni irreparabili. Con De Micheli e Speranza che si dividono nel tentativo di ottenere un sostanziale via libera al protocollo di sicurezza nelle scuole in caso di contagio (dovrebbe essere approvato domani nella Conferenza unificata), e l'altra che deve fronteggiare l'ira dei governatori. I presidenti della Regioni contestano all'esecutivo le restrizioni imposte dal Comitato tecnico scientifico, ma anche i ritardi nella gestione del dossier.
De Micheli è tra due fuochi da una parte gli scienziati, dall'altra le esigenze degli enti locali. Speranza secondo De Micheli, poi, avrebbe sbagliato "troppo rigido e poco flessibile nel seguire i dettami del comitato scientifico". Con Speranza che affonda ricordando che la "pandemia non è finita, serve prudenza, perché i numeri preoccupano in Italia e in Europa". Intanto il premier Giuseppe Conte si espone pochissimo alla bagarre, i numeri crescono e una scelta impropria sulla riapertura delle scuole cadrebbe inevitabilmente sulle spalle del presidente del Consiglio.