Di Pietro Senaldi
Matteo Salvini a Libero: "Così torno a vincere. Perché Conte non ferma gli sbarchi? Un'idea me la sono fatta"
«Ho in mano Libero, con l'intervista a Giuseppe Remuzzi, lo scienziato in prima linea contro il Covid. Il professore afferma che la situazione sanitaria in Italia è sotto controllo e non dobbiamo allarmarci se salgono i contagi. Anzi, sostiene che la crescita è quasi una buona notizia, perché da una parte è la conseguenza del fatto che facciamo più tamponi e dall'altra parte la circostanza che non aumentino i ricoveri in ospedale significa che chi diventa positivo adesso in generale non si ammala. Ma Libero è un'eccezione, perché quotidianamente giornaloni e televisioni pompano sull'emergenza virus e fanno la conta dei decessi. In Italia muoiono circa 1.800 persone al giorno ma alla stampa interessa solo di quei due o tre, già sofferenti per altre gravi patologie, ai quali il Covid dà il colpo di grazia».
La domenica bestiale di Matteo Salvini è come tutti i giorni di quest' estate, un giro per l'Italia senza intermittenza, con meta preferita la Toscana, dove il 20 e 21 settembre, data delle elezioni regionali, si capirà come davvero sta la Lega. «Poi ne parliamo», dribbla il leader leghista tra i tornanti della Cisa, di ritorno da Viareggio, «ma non voglio lasciar cadere il discorso della pandemia: di politica qualcosa capisco e ho la sensazione che questi reiterati allarmi siano figli di una strategia studiata scientificamente a tavolino per guadagnare sulla pelle degli italiani; al governo l'emergenza serve per coprire la propria inconcludenza e restare in piedi senza confrontarsi con la vita vera, ad altri per fare i propri affari indisturbati; altrimenti non si spiegherebbe questo terrorismo comunicativo». È passato esattamente un anno da quando Salvini decise di staccare la spina al primo Conte. Non è andata proprio come l'ex ministro dell'Interno si aspettava, «ma rifarei tutto: l'errore non l'ho fatto io ma chi ha impedito all'Italia di andare al voto» taglia corto Matteo «e quest' anno nel quale il governo giallorosso è stato inconcludente e disastroso sotto tutti i punti di vista è la riprova che avevo ragione io, con i grillini non si va da nessuna parte, e tantomeno con il Pd o Renzi».
Segretario, saranno inconcludenti e litigiosi, ma sono ben saldi alla poltrona...
«Nel 2021 si andrà a votare, scommette? So che loro vogliono attendere il 2022 per eleggere il successore di Mattarella, ma non ce la faranno, è impensabile tenere sotto sequestro gli italiani fino a fine legislatura senza peraltro fare nulla».
Che cosa può far cadere i giallorossi?
«Gli italiani. Non si può scappare all'infinito. In autunno milioni di persone realizzeranno che i soldi dall'Europa non arrivano e quelli in banca finiscono. Per di più ci sono le scadenze fiscali, sulle quali il governo non molla la presa, e dodici milioni di cartelle esattoriali in arrivo».
Incita alla rivolta di piazza?
«Alla sinistra piacerebbe, per dare un'ulteriore stretta alle libertà in nome della democrazia. Nessuna rivolta di piazza, semplicemente la pressione di un'opinione pubblica che spinge naturalmente verso il voto. Quando poi, a settembre la Azzolina non riuscirà a far ripartire le scuole come si deve, avremo in piazza contro il governo perfino le mamme. Quella donna è una calamità naturale, anziché stabilizzare i precari ha promosso se stessa preside. Cose da Terzo Mondo».
Ma le conviene andare a votare, i sondaggi la danno in discesa?
«Il sondaggio vero ci sarà a settembre, e lì si avrà la conferma che le cose non sono cambiate: la Lega sarà ancora di gran lunga il primo partito».
Non mi dica che la crescita della Meloni non la infastidisce?
«La competizione interna mi piace, fa bene al centrodestra. Sono contento se Giorgia sale e mi auguro lo faccia anche Forza Italia. Mi sembra che il nostro schieramento sia ormai al 50%, un abisso rispetto al Pd o a M5S».
Sta dicendo che per lei la leadership del centrodestra è contendibile?
«Dipende tutto dagli elettori. I numeri che vedo mi rassicurano. Fratelli d'Italia sta incalzando Pd e M5S, non la Lega. Vorrei ricordare che sono partito dal 3% e ho portato la Lega davanti a tutti».
Certo che però alle Regionali lei si è preso un bel rischio...
«Io amo le sfide. Ma perché dice così, mi scusi?».
Ha puntato tutto sulla Toscana, la terra più difficile da portare a casa, lasciando alla Meloni partite più semplici, nelle Marche e in Puglia...
«La Toscana è contendibile. Non è l'Emilia-Romagna, che pur essendo una Regione rossa tutto sommato non era mal amministrata. In Toscana invece è un disastro».
Ma anche i toscani sono rossi fin nel midollo da sempre...
«Però hanno quasi il 40% dei treni che non sono nemmeno elettrificati, attendono da lustri un nuovo aeroporto e un nuovo stadio a Firenze, sono fra i cittadini che pagano le tasse dei rifiuti più alte d'Italia e hanno un sistema sanitario che ha più buchi in bilancio di un groviera».
È sufficiente per vincere?
«Diciamo anche che il loro candidato, Giani, un burocrate che da quarant' anni è un sotto-panza del potere locale è ben diverso da Bonaccini. E poi la Toscana è davvero una regione che va liberata sotto l'aspetto ideologico. Pensi che per la ripresa post-Covid il Veneto ha stanziato cento milioni per le imprese mentre a Firenze ne hanno previsti solo 5, e destinati unicamente a chi assume a tempo indeterminato».
È vero che nel partito c'è chi le chiede di essere più moderato?
«Questo è politichese... Io sono naturale».
Ancora sovranista?
«Sì certo, e per di più populista. Per me non sono insulti ma complimenti. L'Italia e gli italiani devono venire prima delle normative europee, delle banche tedesche e dell'imperialismo turco...».
Sovranista però è una parola che non piace ai suoi alleati di Forza Italia...
«Guardi, la parola giusta per definire l'alleanza adesso non è neppure più centrodestra bensì fronte dei produttori. Noi rappresentiamo chi lavora e produce, o vorrebbe essere messo nelle condizioni di farlo. Quanto al sovranismo, non ci rinuncio: il 3 ottobre verrò processato per aver difeso l'interesse nazionale, anche se nei loro discorsi privati i magistrati sostengono che non ci sia nessun reato».
L'ha sconvolta quell'intercettazione di Palamara dove il capo dei giudici ammetteva che il suo è un processo politico in assenza di reato?
«Non mi ha sconvolto perché già lo sapevo. Però è servita a rendere evidente a tutti la realtà. Dopo la pubblicazione ho ricevuto solidarietà da molti magistrati, ma in via riservata. La maggioranza dei giudici è fatta di brave persone, terrorizzate però dalla cupola che comanda la magistratura, e dalle sue logiche».
Berlusconi ha dichiarato a Libero che la sinistra e i pm le stanno riservando lo stesso trattamento di cui fu vittima lui...
«La sinistra ha da sempre il vizietto di cercare di ribaltare in tribunale le proprie sconfitte elettorali. Però stavolta hanno sbagliato i conti. Io rischio di essere estromesso per sempre dal Parlamento, se ci saranno tre magistrati che mi condanneranno politicamente, ma non penso che andrà così. È più probabile che il processo si trasformi in un boomerang per chi lo sostiene».
Come si difenderà il 3 ottobre a Catania?
«Alla difesa tecnica ci pensano gli avvocati. Politicamente, sto lavorando per trasformare quelle giornate in un'occasione per celebrare le libertà. Organizzeremo eventi e dibattiti. Catania diventerà per una settimana la capitale della libertà d'opinione».
Certo che, rispetto a quando c'era lei al Viminale, la situazione dell'immigrazione clandestina in Italia è cambiata non poco...
«Come si dice in questi casi? La ringrazio per la domanda... In un anno gli sbarchi in Italia sono triplicati, malgrado il Covid, mentre in Spagna e Grecia si sono dimezzati e a Malta addirittura si sono pressoché azzerati. Forse non dovrei finire alla sbarra io per l'immigrazione».
Ma Conte?
«Conte vive una curiosa contraddizione. Potrebbe finire alla sbarra per aver sequestrato decine di milioni di persone, visto che con la scusa del Covid ha chiuso in casa Sud e Centro Italia contro il parere degli scienziati, provocando a quelle Regioni peraltro anche un inutile danno economico. Ma potrebbe anche essere processato perché sta importando centinaia di persone infette. Tutti i principali focolai che si sono sviluppati negli ultimi giorni sono dovuti agli arrivi di immigrati. Se in Italia ritornerà la pandemia la colpa è di Conte».
Non le pare di esagerare?
«Non ha letto i verbali desecretati del Comitato Scientifico. Il premier ha mentito agli italiani sulla pandemia. Ha tenuto aperto ciò che doveva chiudere e chiuso ciò che doveva tenere aperto. In qualsiasi altro Paese lo avrebbero fatto dimettere».
In effetti è inspiegabile che non fermi gli sbarchi...
«Io un'idea me la sono fatta. Il premier sta pagando un debito nei confronti dell'Europa, che ha chiamato in soccorso per i suoi Stati Generali, che nessuno ha capito a cosa siano serviti e dalla quale ha avuto il Recovery Fund, quattrini che ancora non ci sono ma che nel frattempo si possono promettere. Lo scambio è chiaro. Conte avrà detto all'Europa: voi fate finta di darmi qualcosa e io in cambio ritrasformo l'Italia in un campo profughi, com' era prima di Salvini».
Con il decreto agosto, che prevede sgravi fiscali solo per le imprese del Sud il premier intende farsi perdonare dal Mezzogiorno?
«Non si illudano i cittadini che questo sia un governo che aiuta il Sud; in realtà l'esecutivo prende in giro tutti gli italiani a prescindere dalla loro latitudine. Quelli per il Mezzogiorno sono soldi finti. Servono infrastrutture. L'esecutivo promette sconti fiscali chissà quando e a chi ma il 20 agosto ci sono scadenze tributarie importanti e ancora nessuno ha detto agli italiani se slitteranno. Non c'è certezza sul presente ma si assicura denaro a pioggia per il domani. Non c'è serietà...».
Non denuncia il complottone anti-Nord?
«Il complottone c'è stato contro la Lombardia e Fontana, una persona onestissima, che si è candidata per servizio e non per inseguire ambizioni personali».
Beh, qualcosa in Lombardia è andato storto con il Covid...
«Perché lo dice De Luca? Ricordo che ogni anno vengono a curarsi in Lombardia 160mila italiani e che durante i mesi della chiusura gli ospedali lombardi sono stati praticamente i soli nel Paese a curare anche gli altri malati. Quanto a De Luca, da che governa almeno 50mila campani sono andati a Milano a curarsi. L'attacco mediatico alla Lombardia e a Fontana è stato un crimine politico ai danni dei cittadini e dei medici della Regione».