Cupo sospetto

Coronavirus, Giuseppe Conte vuole tenere segreti gli atti? Augusto Minzolini: ha il vaccino dagli attacchi della magistratura

La magistratura non fa sconti a nessuno tranne che a Giuseppe Conte, almeno secondo Augusto Minzolini. "Le cronache di questi giorni sono alquanto esplicative - scrive il retroscensita su Il Giornale, e Minzo non può fare a meno di notare un dettaglio non da poco conto -: i leghisti sono sotto il fuoco di un'offensiva giudiziaria (da Salvini a Fontana) paragonabile a quella a cui fu sottoposto Silvio Berlusconi; l'ultimo rinvio a giudizio ha colpito Luca Lotti, un personaggio che per storia è a cavallo del Pd e del renzismo; Zingaretti è nel mirino per più di una vicenda e il suo nervosismo di queste settimane nasce proprio da questa condizione (come pure la voglia di un rimpasto di governo che lo metta a riparo); Renzi continua a essere assediato; non parliamo poi di Forza Italia che come vittima di questo trattamento ha il copyright".

Eppure l'unico per Minzolini che gode di una sorta di "salvacondotto", di un vaccino che lo protegge dalle Procure, è l'attuale premier. Nessuno, infatti, ha parlato o fatto storie per il ricorso contro la sentenza del Tar. Ricorso fatto esattamente il giorno dopo la richiesta di proroga dello stato di emergenza e che vede l'opposizione di Conte e compagni alla decisione dei pm di togliere il segreto agli atti del comitato scientifico che ha gestito l'epidemia. 

 

 

E così il presidente del Consiglio, completamente in sordina, si è appellato al Consiglio di Stato. A chiedere al tribunale amministrativo regionale del Lazio più chiarezza sono stati tre avvocati della fondazione Luigi Einaudi di Roma: Rocco Mauro Todero, Andrea Pruiti Ciarello e Enzo Palumbo. “È grave aver fatto l’appello perché dimostra che il governo non è disponibile ad essere trasparente su atti così importanti – tuona Ciarello senza mezzi termini - . Atti che hanno compresso i diritti e le libertà costituzionali per i cittadini come mai nella storia della repubblica”. L'invito della fondazione non può essere che uno: ritirare il ricorso e così “consentire ai cittadini di giudicare le scelte dell’esecutivo”. Impossibile, Conte continuerà a fare finta di nulla, protetto da quello che Minzolini chiama il "vaccino delle Procure".