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Giuseppe Conte, no a Zingaretti sul Mes. Sospetto M5s: "Il Pd accelera per farlo cadere"

Giuseppe Conte tirato per il colletto. Sul Mes il premier si gioca la poltrona: da una parte il Pd intenzionato ad accettare i 36 miliardi europei, dall'altra il M5s contrario al prestito. "Dovete darmi il tempo che ci vuole, il tempo di completare il quadro europeo, chiudere l'accordo con la Ue al prossimo Consiglio, poi farò il possibile per convincere il M5S", ha tuonato Conte ad alcuni ministri del Pd, in quella che - come la definisce Il Corriere - sembra a tutti gli effetti una rassicurazione. E proprio in questo quadro il presidente del Consiglio ha segnato in agenda una telefonata con Angela Merkel, magari nella speranza di ricevere qualcosa che possa far mandare giù il boccone amaro ai grillini. "Prendere noi il Mes per primi - è il ragionamento di Palazzo Chigi - sarebbe una manifestazione di debolezza dell'Italia".

 

 

"Prima vediamo come va il prossimo Consiglio europeo, quanti soldi e quali strumenti avremo esattamente a disposizione - è il ragionamento che Conte ripete ai vertici dem - poi sarò io stesso a verificare i numeri in Senato". Proprio qui il Mes potrebbe non ottenere il via libera, a maggior ragione se si ricorda che solo nell'ultima settimana i numeri della maggioranza si sono abbassati con ben due addii pentastellati. Ma la pazienza del Nazareno è giunta al termine: "Possibile che siamo bloccati su una questione ideologica e nominalistica? - si sfoga un ministro - Fare altro debito pubblico pur di non usare il Mes ci costerebbe 500 milioni all'anno". Accelerazioni, queste, che nutrono sospetti nel Movimento. Qui le chat diventano incandescenti e si accusano i vertici del Pd di voler buttare giù il premier e terremotare il Movimento.