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Eleonora De Majo, l'assessore di De Magistris che guida l'assalto degli anarchici alla polizia

Alessandro Gonzato
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Nel 2016, da poco eletta consigliere comunale a Napoli, Eleonora de Majo se n'era uscita con una massima: «Le città ribelli esistono se esistono i ribelli nelle città». «Non basta definirsi città ribelle per esserlo» aveva puntualizzato sempre sul blog del Partito dei Comitati d'Appoggio alla Resistenza per il Comunismo (sic!). In un'intervista al Manifesto aveva ribadito la sua «ambizione di costruire un panorama europeo di città ribelli». Domanda: è sicura che de Magistris voglia fare questo? «Assolutamente sì». Un anno dopo il sindaco partenopeo ha dato alle stampe un libro dal titolo: "La città ribelle. Il caso Napoli". Non l'abbiamo letto e non sappiamo cosa intenda di preciso per città ribelle.

 

 

 

La de Majo, però, un po' ribelle lo è eccome: esponente del collettivo "Insurgencia", eletta nelle file di Democrazia e Autonomia (il movimento di de Magistris), lunedì sera ha sfilato per le vie della città assieme a centinaia di giovani che hanno lanciato cori e qualche bottiglia di vetro contro la polizia, "rea" di aver arrestato 24 ore prima in piazza Bellini tre ragazzi, Pietro, Diego, Fabiano, anche loro anarchici di "Insurgencia". Le accuse sono serie: minacce, lesioni e danneggiamento aggravato. Si sarebbero ribellati a un normale controllo dei documenti mentre la zona era colma di gente col bicchiere in mano, in molti casi senza mascherina e ammassati: le immagini, subito rimbalzate sui social, parlano chiaro. che c'entRa floyd? Il caos, alimentato da una pioggia di insulti rivolti ai tutori della legge, si è protratto per mezzora. Ancora una volta i compagni hanno evocato a casaccio la morte di George Floyd. La questura ha comunicato che un funzionario di polizia e altri undici operatori hanno riportato contusioni e traumi, e che cinque volanti sono state danneggiate. Egidio Giordano, assessore alla terza municipalità di Napoli e compagno della de Majo - nel frattempo anch' ella diventata assessore alla Cultura e al Turismo nella giunta de Magistris - ha ribattuto che i referti sono «fasulli» e che «le auto le hanno danneggiate loro (i poliziotti, ndr) nel parapiglia». Può darsi che gli agenti, stufi delle vetture in dotazione, le abbiano prese a manganellate per convincere i superiori a sostituirle. La dinamica è in fase d'accertamento. Che però la de Majo abbia partecipato al corteo di protesta, terminato davanti alla questura, è un fatto. È stata lei stessa a rivendicarlo sul Corriere del Mezzogiorno: «Se una figura istituzionale prende parola contro un episodio che a detta di migliaia di persone è stato di palese prevaricazione, non se ne possono trarre conclusioni generali. Respingo completamente l'idea che sia stata una manifestazione contro la polizia. A Napoli non ci sono mai state manifestazioni contro la polizia, ma al massimo mobilitazioni in seguito a episodi specifici». Già. In seguito all'ultimo episodio specifico, comunque, sono stati scagliati oggetti e branditi cartelli con scritte infamanti come "Acab", ossia "All cops are bastard", "Tutti i poliziotti sono bastardi". No: non è stata una manifestazione contro la polizia. La de Majo è fiera di ciò che ha fatto. Ha affermato che la sua presenza nel corteo non contrasta col suo ruolo istituzionale, perché «per come la penso io i reati che stridono con la rappresentanza sono la corruzione, l'uso del potere politico per profitti personali...». E de Magistris? Non pervenuto: tre giorni dopo l'accaduto non ha detto una sola parola. Qualche centinaio di concittadini manifestano contro le forze dell'ordine e Giggino fa il pesce in barile: forse perché i centri sociali rappresentano una parte importante del suo bacino elettorale? «È vergognoso che un suo assessore abbia partecipato al corteo» ha tuonato Matteo Salvini. «De Magistris, che è un ex magistrato, dovrebbe cacciare la de Majo e poi dimettersi. Napoli merita di meglio». Peggio è impossibile.

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