Il ko inatteso

Dopo la Sardegna Forza Italia "processa" Berlusconi: errori con Renzi e Alfano

Giulio Bucchi

Un campanello d'allarme per Silvio Berlusconi e Forza Italia: arriva dalla Sardegna e si chiama Ugo Cappellacci. La pesante sconfitta del governatore uscente alle elezioni regionali era del tutto inattesa. I più attenti alle cose azzurre fanno notare come, se il Cavaliere fosse stato pessimista sul risultato delle urne, mai avrebbe messo per due volte la faccia sulla campagna elettorale di Cappellacci, su cui in molti nutrivano qualche dubbio. Se Berlusconi c'è rimasto di sasso, molti nel partito hanno iniziato già a recriminare. E l'obiettivo delle critiche, fin qui morbide e sussurrate, è proprio lui, il leader.  L'uscita contro Alfano - Berlusconi è "sotto accusa" per due motivi. Il primo è mediatico: come scrive Ugo Magri su La Stampa, molti tra falchi e lealisti di Forza Italia hanno considerato un po' avventata l'uscita del Cavaliere di venerdì scorso, proprio dalla Sardegna, in cui ha definito "utili idioti" Angelino Alfano e quelli del Nuovo Centrodestra. Innanzitutto, perché ha innescato una polemica violentissima proprio mentre i sardi stavano andando alle urne. Tra l'altro, avrebbero fatto notare molti azzurri, Ncd potrebbe avere tutte le possibilità di "vendicarsi" sull'ex premier, potendo andare al governo e condizionare in qualche modo l'attività dell'esecutivo. Nel mirino potrebbero finire gli interessi giudiziari e aziendali del Cav.  Quell'asse con Renzi - I fedelissimi di Berlusconi ribattono sostenendo che la sconfitta di Cappellacci sia da attribuire al contesto sardo, piuttosto, e alla debolezza di Cappellacci legata anche alla presenza tra i candidati di Mauro Pili, ex uomo forte di Berlusconi nell'isola e uscito dal partito sbattendo la porta. Contro-replica dei critici: non è che gli elettori del centrodestra siano rimasti un po' storditi e spiazzati dalle continue dimostrazioni di stima del Cav nei confronti di Matteo Renzi? E' noto come a largo del Nazareno molti, anche tra i più "duri", siano ben disposti nei confronti del segretario del Pd. Ma il rischio è che il troppo "affetto" riservato da Silvio a Matteo crei confusione. A questa seconda obiezione la risposta è che occorre avere pazienza. Berlusconi punterebbe forte su Renzi perché, in cambio dell'appoggio di Forza Italia alle riforme istituzionali, nella squadra di governo potrebbero finire nomi niente affatto sgraditi agli azzurri. Per ersempio, un Antonio Catricalà nello staff del futuro ministro dello Sviluppo. Oppure una colomba al Ministero della Giustizia. Una partita fondamentale a livello nazionale che se vinta può far digerire il sia pur antipatico smacco sardo.