Falchi nel mirino
Alfano e gli "inutili idioti" di Forza Italia: ecco con chi ce l'ha
Con chi ce l'ha Angelino Alfano quando parla di "inutili idioti" in Forza Italia? Le parole durissime del leader del Nuovo Centrodestra contro gli ex compagni nel Pdl prendono spunto dalle battute, a loro volta feroci, di Silvio Berlusconi venerdì in Sardegna, quando definì "utile idiota" prorio chi lo mollò per sostenere il governo Letta. Certo, Alfano non ha risparmiato sciabolate all'ex padrino politico e al "fallimento in 20 anni della rivoluzione liberale". Però l'impressione è che il vicepremier abbia colto la palla al balzo per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Fitto nel mirino - Non è un mistero che, al di là della "responsabilità nazionale" che lo portò a fondare Ncd per tenere in vita le larghe intese dopo l'addio del Cav, la rottura con il Pdl/Forza Italia sia stata decisamente traumatica. Perché se "il vincolo affettivo" con Berlusconi resta, anche se incrinato, di sicuro l'unico vincolo che lega Angelino ai falchi è quello della rivalità personale, fino al rancore. In prima fila tra i "nemici" c'è sicuramente quel Raffaele Fitto capo dei lealisti, che tra ottobre e novembre 2013 fu tra i più attivi nel cercare di convincere Berlusconi a far fuori le colombe alfaniane, anche a colpi di "dossier" a più mani. Tra i due non è mai corso buon sangue, forse perché anche dal punto di vista generazionale sono stati considerati a suo tempo tra i delfini del Cavaliere. Dalla Santanchè a Sallusti -Di sicuro, l'altra indiziata al titolo poco onorifico di "inutile idiota" potrebbe essere Daniela Santanchè. La pasionaria azzurra era finita nel mirino di Alfano e dei suoi per il troppo peso ricoperto nel "cerchio magico" dell'ex premier. Una "cattiva consigliera", era il giudizio dedicatole da molte colombe. Lei, di contro, parlava di Alfano come di un "terrorista" e lottò fino all'ultimo per non fargli avere un posto da segretario nella futura Forza Italia. Con successo. Insieme alla Santanchè, nel calderone ci finisce anche Alessandro Sallusti, direttore del Giornale accusato in quel caldissimo autunno di "metodo Boffo" contro Alfano per alcuni durissimi editoriali schierati coi falchi. Anche Denis Verdini, Maurizio Gasparri, Sandro Bondi, Daniele Capezzone e Augusto Minzolini non sono mai stati teneri né con Alfano né, soprattutto, con il neonato Ncd. Così come l'amazzone principe di Silvio, Michaela Biancofiore. Diversa invece la posizione di Renato Brunetta: di sicuro è uno dei più vicini e ascoltati consiglieri di Berlusconi. Nel periodo della rottura, però, era anche uno di quelli che più si sono spesi per evitarla.