Possibili scissioni

Governo Renzi, dodici parlamentari Pd potrebbero migrare verso M5s

Serena Cirini

Neanche il tempo di ottenere la fiducia in parlamento e Matteo Renzi deve già guardarsi alle spalle. A mettere la pulce nell'orecchio del futuro premier è stato il senatore pentastellato Maurizio Buccarella che lo ha messo in guardia dalle intenzioni di dodici "finiani": "Pare che ci siano una dozzina di parlamentari Pd che stanno valutando di abbandonare il partito". L'indiscrezione sulla possibile migrazione di alcuni esponenti democratici verso il M5S aveva cominciato a circolare già ieri, giovedì 13 febbraio, mentre la direzione nazionale del Partito Democratico era ancora in corso. Dopo il voto interno di sfiducia al governo Letta, i malumori interni al partito sono però andati in crescendo: "Sono tanti a non sentirsi vicini a quello che è il nuovo unto dal Signore e sono stanchi di turarsi il naso", ha continuato il grillino che ha preferito non fare i nomi degli interessati. Porte chiuse e fessure che si aprono - A questo punto, il dubbio sorge spontaneo: come si comporterebbe il Movimento nei loro confronti? Sarebbe pronto ad accoglierli o i democratici in fuga si troverebbero di fronte a una porta sbarrata?. "Dovremmo parlarne", ha spiegato Buccarella rimettendosi al parere dei suoi colleghi cittadini. Intanto, a poche ore dalla formazione del nuovo governo, anche Sinistra Ecologia e Libertà teme possibili scissioni. Vendola si è affrettato a ribadire la sua intenzione di schierarsi all'opposizione e non sostenere il primo esecutivo Renzi. Tuttavia, pare che alcuni parlamentari di Sel sarebbero piuttosto insofferenti alla linea dettata dal presidente della regione Puglia e dal capogruppo alla Camera Gennaro Migliore che ha dichiarato: "Scissioni? Fantasie, ma valuteremo le proposte".