Il Cavaliere ritrovato

Berlusconi, ecco perché comunque vada vincerà lui

Matteo Legnani

La campagna elettorale è iniziata. E Silvio Berlusconi sta "tenendo a battesimo" molti dei club di Forza Italia che stanno nascendo in tutta Italia. Una condizione, quella della competizione elettorale, che galvanizza il Cav. E chi lo ha visto e ascoltato in questi giorni lo ha descritto euforico, fiducioso, "gasato". E non solo per i sondaggi, che vedono il suo partito e la coalizione di centrodestra in continua ascesa (in alcuni casi persino sopra quel 37% che l'Italicum fissa come soglia d'accesso al premio di maggioranza). Ma anche perchè il quadro politico, che qualcuno chiama il "teatrino" della politica, si sta componendo in una direzione a lui estremamente favorevole.  Il guadagno - L’arrivo di Matteo Renzi ha messo il leader di Forza Italia in una situazione ottimale: comunque vada, ne esce con un guadagno. Se il segretario del Pd porterà a casa la legge elettorale, e magari la riforma della Costituzione che dovrebbe seguire, sarà solo grazie all’appoggio di Berlusconi, che potrà così fregiarsi del titolo di cofondatore della terza Repubblica. Se Renzi non ce la fa, magari perché il Pd si spacca durante le votazioni segrete, la legislatura finisce e si va a votare con il Consultellum, il sistema proporzionale disegnato dalla Corte costituzionale. Risultato: Pd a pezzi, probabilmente soggetto a una scissione, e giovane segretario strozzato nella culla. Ed elezioni dalle quali uscirebbe la necessità di un nuovo governo di larghe intese, stavolta però con Forza Italia determinante. È uno scenario che nella war room del Cavaliere prendono in seria considerazione: "Renzi non ha in mano i gruppi parlamentari, che rispondono ancora a Bersani e D’Alema". Il bivio - L’ipotesi preferita da Berlusconi sarebbe la prima.  L’Italicum non è la legge migliore per Forza Italia, dove sono convinti che il ballottaggio li penalizzi. Ma i sondaggi mostrano che la coalizione di centrodestra ha buone chance di passare la soglia del 37%, lasciando indietro l’alleanza progressista. Se invece Renzi dovesse approdare a Palazzo Chigi, il leader di Forza Italia non ha intenzione di entrare nella coalizione di governo che sosterrà l’attuale sindaco di Firenze. Intanto perché restare all’opposizione consentirà a Berlusconi di fare per le Europee la campagna elettorale che preferisce: quella più anti-europeista possibile. E poi, stare sulla sedia da premier in una fase come questa vuol dire logorarsi rapidamente. Berlusconi, che parla anche per esperienza diretta, lo ha pronosticato con i suoi: "Con la situazione economica attuale e la disoccupazione che abbiamo, Renzi farà la fine di D’Alema".