Nel mirino delle toghe

Beppe Grillo: "Nove mesi in carcere? Passano in fretta"

silvia belfanti

Non poteva che rispondere con un videomessaggio, Beppe Grillo. Il leader pentastellato, raggiunto da una richiesta di condanna a nove mesi di carcere, fa spallucce: "Mi hanno invitato in una baita dove mangiavano della polenta e io sono andato a mangiare la polentina. Però io sono tranquillo: nove mesi passano presto". Il comico scherza sulla grana giudiziaria e sulla richiesta di condanna piovuta dalla procura di Torino. Sul blog assicura: "Comunque io confido nella giustizia. Sono calmo, sono sereno. Sono molto sereno. Non ho grossi problemi. Il pm - prosegue ironico - ha chiesto nove mesi di reclusione perché io avrei rotto un sigillo già portato via dal vento, come scritto nella notifica". Nel mirino - Grillo si riferisce all'episodio della violazione dei sigilli della baita Clarea, in Valsusa, nell'ambito delle proteste No Tav. Parla della grana giudiziari che si abbatte sul Movimento 5 Stelle, anzi sul suo leader. Grillo è finito nel mirino delle toghe. E non solo quelle della procura di Torino. Riflettori puntati anche a Genova sull'"istigazione di militari a disobbedire alle leggi", in questo caso per la lettera che Grillo aveva scritto ai vertici delle forze dell'ordine, chiedendo loro di non proteggere la classe politica durante le proteste degli ultimi mesi (la procura ligure si è riservata di "valutare gli atti). Il fatto - Ma i problemi maggiori, per Beppe, arrivano da Torino. Il 5 dicembre 2010 il leader 5 Stelle era andato in Val di Susa per mostrare la sua solidarietà agli attivisti impegnati nelle proteste contro la costruzione della linea di alta velocità ferroviaria. Dopo un breve comizio, il comico è entrato con alcuni attivisti in una baita-presidio dei No Tav, nonostante il divieto dei Carabinieri. Per sfregio alle forze dell'ordine, il leader 5 Stelle era poi uscito fingendo davanti alle telecamere di avere i polsi ammanettati. E le manette, ora, potrebbero anche chiudersi davvero: oltre ai 9 mesi di reclusione, il pool piemontese ha chiesto un risarcimento di 200mila euro.