La rivolta azzurra
Compravendita senatori, Forza Italia: "Grasso braccio politico delle toghe"
La decisione di Pietro Grasso di ribaltare il parere dell'Ufficio di presidenza di Palazzo Madama e di costituire il Senato come parte lesa nel processo sulla compravendita di senatori che partirà a Napoli contro Silvio Berlusconi ha scatenato un terremoto politico. Il presidente del Senato di fatto ha ignorato la votazione del pomeriggio in cui la maggioranza dei componenti dell'Uffiicio di presidenza aveva espresso la volontà di non costutuirsi come parte lesa contro il Cav. Forza Italia ora è sul piede di guerra: Maurizio Gasparri parla di sconcertante e "gravissimo vulnus", l'aver "calpestato e ignorato" l'orientamento dell'Ufficio di Presidenza "con una scelta istituzionale scorretta e con un atteggiamento anche offensivo nei confronti di chi fa parte dell'organo di vertice del Senato". Decisione gravissima, prosegue Gasparri, "lesiva di regole istituzionali e rapporti politici e personali non potrà restare priva di conseguenze. Richiamo l'attenzione anche del presidente della Repubblica su questa scelta grave e vergognosa". Mentre Luca D'Alessandro, segretario forzista della Commissione Giustizia della Camera, definisce Grasso "braccio politico della magistratura, di cui continua evidentemente a far parte attiva sostenendo il lavoro delle procure più politicizzate approfittando di un ruolo che alla luce dei fatti non merita". Riforme a rischio - Il colpo basso di Grasso rischia di incrinare l'intesa tra Forza Italia e il Pd sul piano delle riforme. E l'ennesimo schiaffo del Senato al Cav potrebbe anche far precipitare la situazione e accelerare la corsa verso il voto. "Sconcerta lo zelo giustizialista con cui il presidente del Senato Grasso ha disposto la costituzione di parte civile contro Silvio Berlusconi, nonostante il parere contrario che gli era giunto in giornata dal Consiglio di Presidenza. I cittadini vedono e comprendono bene questa ennesima prova di accanimento e faziosità partigiana. Sarà un altro autogol per gli avversari di Silvio Berlusconi", ha affermato Raffaele Fitto. Più duro il capogruppo alla Camera Renato Brunetta: "Nella scelta del presidente Grasso si percepisce la forza irresistibile di un richiamo della foresta. Così ha obbedito alla sua vecchia appartenenza all’ordine giudiziario fattosi onnipotente, tradendo il dovere di alta rappresentanza della sovranità popolare che la seconda carica dello Stato dovrebbe manifestare nelle sue scelte". Che aggiunge: "Scegliendo di costituire il Senato come parte civile nel processo contro Berlusconi, il presidente Grasso recita l'ennesima parte incivile nella tragedia del colpo di Stato consumato in Parlamento con l’estromissione del leader dei moderati". Insomma lo scontro è aperto. Ora tocca a Renzi tenere in piedi l'intesa con Forza Italia. I colpi di testa di Grasso&Co. rischiano di rovinare tutto. Da parte sua Berlusconi, come scrive "Repubblica", aveva già fatto circolare l'avvertimento: "Provate a mettermi un altro dito nell'occhio in un'aula di tribunale e rischiate di far saltare le riforme. Sarebbe una dichiarazione di guerra". Ora c'è stata.