Il voto di Palazzo Madama

Senato, Grasso: "Palazzo Madama parte civile per la compravendita di senatori"

Lucia Esposito

Pietro Grasso ha deciso: il Senato si costituirà parte civile nel processo sulla presunta compravendita di senatori, che vede Silvio Berlusconi imputato a Napoli. Grasso ha deciso, letteralmente, andando nella direzione opposta al "parere consultivo" emerso nell'Ufficio di Presidenza, che con dieci voti contro otto si era pronunciato per il "no" alla costituzione di parte civile. "Il presidente - si legge in una nota - ha ritenuto che l'identificazione, prima da parte del Pubblico Ministero poi del Giudice, del Senato della Repubblica italiana quale 'persona offesa' di fatti asseritamente avvenuti all'interno del Senato, e comunque relativi alla dignità dell'Istituzione, ponga un ineludibile dovere morale di partecipazione all'accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento". Ignorato l'ufficio di presidenza  - Questa volta il Senato aveva salvato Berlusconi.  La maggioranza dei componenti dell’Ufficio di presidenza del Senato si era espressa contro la costituzione di parte civile nel processo per la compravendita di alcuni senatori che vede coinvolto il Cavaliere. I no sono stati 10 e 8 i sì. Ora arriva lo stop di Grasso. Una "partita" molto importante quella che si è giocata nell'aula di Palazzo Madama, in cui si è deciso sostanzialmente se l'onore e la rispettabilità dell'istituzione è stata lesa dal Cavaliere, accusato dalla procura di Napoli di aver dato somme di denaro ad alcuni senatori (l'ex Idv Sergio De Gregorio ha già patteggiato la condanna) per orientarne il voto in Aula. A maggio infatti la Procura di Napoli aveva nel chiedere il rinvio a giudizio per Berlusconi, Lavitola e De Gregorio identificò il Senato come persona offesa dalla presunta compravendita. A novembre poi la magistratura ha notificato a Palazzo Madama l'atto con cui si chiedeva la costitutzione di parte civile. Ma questa volta il Senato ha salvato Silvio che aveva chiesto "la prova d'amore" a Casini. Il senatore centrista De Poli ha votato a favore di Silvio, il primo test di tenuta della possibile alleanza è quindi riuscito.  La votazione - Durante la riunione del consiglio di presidenza non c'è stata una vera e propria votazione, ha spiegato il vicepresidente Maurizio Gasparri. "Il presidente del Senato ha chiesto al consiglio di presidenza un parere", c'è stata una discussione in punto di diritto, ha aggiunto, nella quale per la maggioranza dei componenti "non ci sono le motivazioni per la costituzione in giudizio".   "Non credo - ha proseguito - che sia trattato di una consultazione effimera e formale. Confido nell’ascolto da parte del presidente Grasso ma non aggiungo altro per rispetto della sua decisione".   Parere negativo alla costituzione di parte civile del Senato nel processo in cui è coinvolto Silvio Berlusconi è stato espresso, secondo quanto si è appreso, anche dalla senatrice di Scelta Civica Linda Lanzillotta e dal questore Antonio De Poli, senatore centrista. Contrari anche FI, Ncd, Lega e Gal. A favore della costituzione all’interno del processo Pd, Sel, M5S e il senatore Hans Berger del gruppo Autonomie. Grasso ha ignorato tutto e ha deciso di schierarsi contro il Cav.