La strategia
Legge elettorale, ecco chi vince se cambia il sistema per il voto
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il "Porcellum", c'è una certezza: la legge elettorale va cambiata. Così in queste settimane e negli ultimi giorni è in corso una trattativa tra i partiti di maggiornaza e di opposizione per trovare la quadra e riformare il sistema elettorale. Sul campo ci sono diverse proproste, il modello spagnolo, il porcellum rafforzato, ma anche il sistema elettorale dei sindaci che ad esempio è quello su cui punta Angelino Alfano. Forza Italia, Ncd e il Pd provano a trovare un'intesa. Il sistema dei sindaci - La partita vera e propria si giocherà poi in Parlamento e il sistema che verrà scelto sarà decisivo per capire chi potrà vincere la battaglia elettorale. Con la "legge dei sindaci" che piace tanto Alfano di fatto non avvantaggia nessuno. La legge è basata su un impianto proporzionale, ma con un forte premio di maggioranza, in vigore in Italia dal ’93. La legge modello ‘sindaco d’Italia’ è in vigore nei comuni sopra i 5 mila abitanti. Assegna i seggi su base proporzionale e liste fornite di preferenze, ma ‘apre’ al ballottaggio o secondo turno tra le prime due coalizioni o partiti più votate cui assegna un premio che assicura fino 60% dei seggi al candidato vincente.Su questa formula convergono appunto Ncd e Renzi, ma anche i Popolari di Casini-Mauro. Contraria invece Forza Italia per il doppio turno. I moderati di centrodestra temono infatti che i propri elettori non siano abituati a votare in due step. E la paura più grande è quella di non riuscire a riportare l'elettorato alle urne per il secondo turno. Il modello spagnolo - La seconda ipotesi invece è quella che si basa sul modello "spagnolo". ll sistema ‘ispanico’ piace, e molto, a Forza Italia e alla Lega. Non convince invece Ncd, Scelta Civica, Popolari (Casini-Mauro), M5S, e Sel di Nichi Vendola. Come racconta il Professor Stefano Ceccanti all'Huffington Post, questo sistema “premia i partiti grandi (come Pd e Forza Italia) e quelli che hanno un consenso concentrato in certe aree geografiche come sono, in Spagna, il partito basco e i partiti catalani in Catalogna (come la Lega Nord). Penalizza, invece, i partiti piccoli e i partiti di medio peso, soprattutto se privi di radicamento territoriale (come Ncd, Scelta Civica,). “Importante sapere - nota ancora Ceccanti – se la Consulta boccerà in toto o solo in parte la possibilità di mettere, nel sistema elettorale, le cd. liste ‘bloccate’, tipiche del sistema spagnolo, divieto che potrebbe essere aggirato introducendo la preferenza unica o doppia di genere”. Il Mattarellum - Infine resta sul campo l'ipotesi di "Mattarellum rafforzato". Nella sua versione originaria è un sistema maggioritario a turno unico che assegna tre quarti dei seggi in collegi uninominali. e il restante quarto con un metodo proporzionale su liste bloccate. La proporzione del Mattarellum originario (75% e 25%) verrebbe però ritoccata. Questo sistema favorisce favorisce i partiti piccoli e le liste minori. Il Mattarellum piace in parte a Forza Italia, ma anche al Pd di Renzi. La scelta del sistema sarà fondamentale per la battaglia elettorale. E una cosa è certa: nessuno vuole perdere. Nè i grandi, nè i piccoli partiti.