La decisione
Forza Italia, allarme domiciliari: "Se negano i servizi sociali a Berlusconi, è la fine"
"Se Silvio finisce ai domicialiari è una tragedia". Nell'inner circle di Forza Italia questa frase è un mantra. Nei piani alti di San Lorenzi in Lucina si gurda con preoccupazione al futuro del partito che è legato a doppio filo con quello del Cav. I fedelissimi di Berlusconi lanciano l'allarme. Secondo alcune indiscrezioni raccontate dal Corriere, tra i forzisti comincia ad esserci panico rispetto all’ipotesi che al Cavaliere non vengano concessi i servizi sociali ma finisca agli arresti domiciliari. "Sarebbe una tragedia", dicono i suoi, perché "non avremmo più un leader, oltre che un candidato premier che ancora drammaticamente ci manca". Di fatto, nonostante il vento in poppa dei sondaggi che danno Forza Italia in continua crescita, il partito è ancora tutto da costruire. Mancano ancora i nomi dei cordinatori nazionali e regionali e Silvio appare più prudente nella corsa al voto. Allarme domiciliari - Così a palazzo Grazioli si tira il freno a mano e la partita verrà giocata anche sulle vicende giudiziarie di Berlusconi. Il nodo da sciogliere sui servizi sociali è fondamentale. Col Cav impegnato a scontare la sua pena in una onlus o in una comunità il partito avrebbe un ritorno d'immagine notevole. Ma con Silvio ai domiciliari e con tutti divieti correlati, ecco che Forza Italia perderebbe l'effetto-leader che il Cav ha sempre assicurato nelle campagne elettorali. L'iter - L'iter per chiarire che tipo di condanna dovrà scontare Berlusconi sarà lungo e dovrebbe concludersi la prossima primavera. La posizione del Cavaliere (al quale è stato revocato il passaporto) sarà vagliata dal magistrato di sorveglianza, la richiesta per i servizi sociali sarà nelle mani del pm dell'esecuzione. Poi spetterà al tribunale di sorveglianza, che fisserà un'udienza alla quale parteciperà come rappresentante dell'accusa un pg, decidere se accogliere o meno l'istanza ed eventualmente stabilire, assieme a Berlusconi, i particolari dell'affidamento in prova. Precedente Cuffaro - Un precedente allarma i piani alti di Forza Italia, quello di Salvatore Cuffaro. L'ex governatore della Sicilia sta scontando una pena di sette anni per favoreggiamento aggravato di Cosa nostra. Cuffaro ha chiesto, poco prima di Natale, l'affidamento ai servizi sociali. La richiesta è stata respinta e l'ex uomo forte dell'Udc dovrà restare in carcere. Il provvedimento è stato rigettato perchè legato alla mancata collaborazione di Cuffaro con la giustizia, nemmeno sotto forma di ammissioni di responsabilità. Per i reati aggravati da fatti di mafia la collaborazione è infatti una delle condizioni previste dalla legge per concedere l'affidamento in prova ai servizi sociali, chiesto dai difensori dell'ex presidente della Regione Sicilia. Ma nonostante le motivazioni, il precedente preoccupa e non poco i fedelissimi di Silvio: "Con lui ai domiciliari per noi è la fine"...