La genialata
Letta, soldi ai partigiani per insultare Berlusconi
Duecentomila euro dei nostri soldi per scrivere male di Silvio Berlusconi e bene di Matteo Renzi, un milione e mezzo per finanziare l’attività di una associazione dedita quasi esclusivamente alla speculazione finanziaria. È questo il regalo di Natale -costato quasi due milioni di euro - che il governo ha preparato agli italiani, specie quelli che odiano il Cavaliere. La vicenda riguarda il «Riparto dei contributi alle associazioni combattentistiche» per l’anno 2013, «atto del governo 67». Il testo, firmato dal ministro dell’Interno ed ex segretario del Pdl Angelino Alfano, prevede uno stanziamento di 1.892.961 euro. Beneficiari sono per 1.476.509 euro l’Associazione nazionale vittime civili di guerra, per 227.155 euro l’Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti, per 189.296 euro l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti. L’anno scorso, il 2012, avevano ricevuto complessivamente 3.281.143 euro. Ma cosa fanno queste associazioni, considerato che - innanzitutto per questioni anagrafiche - i loro «assistiti» sono quasi completamente scomparsi? A chiederselo per primi sono stati i parlamentari grillini che, in Commissione Affari Costituzionali, hanno chiesto la settimana scorsa che, come prevede la legge fino a quel giorno inapplicata, le associazioni beneficiate depositassero i loro bilanci. Spediti in fretta e furia nei giorni dello shopping natalizio, esaminati dall’Ufficio studi di Montecitorio, hanno rivelato qualche bella sorpresa. I soldi pubblici che lo Stato eroga vanno a soggetti che li usano per operazioni di patrimonializzazione e che hanno cospicui avanzi di gestione e di cassa, oltre che una florida liquidità. Prendiamo l’associazione più grande, quella per le vittime civili di guerra: nel 2012 ha speso ben 8 milioni in acquisto di valori mobiliari, costituiti essenzialmente da titoli di Stato. L’Associazione nazionale perseguitati politici mette invece a bilancio 200.000 euro di investimenti in titoli, mentre l’Aned ne dichiara 152.800, a fronte ovviamente di un contributo che stiamo per erogare pari a 227 mila euro circa nel primo caso e 189 mila circa nel secondo. Se andiamo a vedere gli avanzi di gestione, le perplessità aumentano. L’Aned chiude il 2012 con un avanzo di 285.670 euro, più di quanto sta per percepire dallo Stato. L’Associazione perseguitati antifascisti dichiara invece disponibilità liquide di 208 mila euro. L’associazione vittime civili di guerra mette a bilancio per il 2012 un avanzo di cassa, dunque disponibilità liquide di 900.000 euro. Tutte, insomma, hanno il loro tesoretto, frutto di contributi annuali -senza controllo - dalle casse dello Stato. Ma cosa se ne faranno dei soldi, a parte investirli in titoli di Stato, e perché il governo dovrebbe continuare a finanziarli? A fronte di queste cifre, ed in particolare delle somme investite in titoli o patrimonializzate, le cifre dichiarate come spese per l’attività istituzionale sono molto limitate: 318 mila euro per l’associazione vittime civili di guerra, 34.000 euro l’Aned per iniziative culturali, 22 mila euro l’Associazione perseguitati politici per l’attività istituzionale, a fronte di 29 mila euro di spese dichiarate per le pulizie dei locali. Quest'ultima, in compenso, investe una cifra importante per pubblicare la rivista bimestrale intitolata L’antifascista. Due titoli a caso sull’ultimo numero: «Berlusconi messo ko dai diversamente berlusconiani. Il 2 ottobre Silvio Berlusconi, il padre padrone del Pdl, è stato disarcionato a sorpresa dai suoi fedelissimi e ha reagito con una piroetta da commedia dell’arte». Poi c’è l’ex ministro Livia Turco che racconta «la sua Nilde Iotti», per citare un altro articolo. Il deposito dei bilanci era stato chiesto in commissione Affari costituzionali dal deputato grillino Emanuele Cozzolino, che, nel corso dell’ultima seduta, ha interrogato il governo sull’opportunità di continuare a finanziare in questo modo le associazioni. Contemporaneamente al Senato la questione è stata sollevata dall’ex capogruppo M5s Rocco Crimi. Forza Italia e Lega, stavolta, sono andati dietro e il Pd ha rischiato di finire sotto. Il risultato è che, per prendere tempo, i democratici hanno chiesto di audire i rappresentanti delle associazioni benefiche. di Paolo Emilio Russo