Fulmini sul Quirinale
Belpietro processa Napolitano: ecco tutti gli errori di Re Giorgio
La storia politica italiana degli ultimi anni sarebbe andata diversamente se Giorgio Napolitano avesse fatto come qualche suo predecessore, premendo con la Corte costituzionale "blindasse" il lodo Alfano anzichè affossarlo, aprendo la strada al massacro giudiziario-mediatico che ha spedito Silvio Berlusconi fuori dal Parlamento. Parte da qui, il direttore di Libero Maurizio Belpietro, nel tracciare un bilancio di sette anni abbondandi al Quirinale di "Re Giorgio", il presidente più longevo, potente e ingombrante che la Repubblica abbia mai avuto. E l'elenco dei suoi errori, scrive Belpietro, è lungo. Tralasciando la polemica sulle spese del Colle ("come ha scoperto il nostro Franco Bechis, sono il triplo dell'Eliseo"), urge una riflessione sul ruolo del capo dello Stato: "La Costituzione affida al presidente della Repubblica il ruolo di garante. Egli è il punto d'equilibrio, una specie di nonno saggio che con il suo peso e la sua esperienza dovrebbe indirizzare, smussare, qualche volta suggerire". E invece Napolitano ora si è lavato le mani (lodo Alfano, appunto) più che indirizzato, ora ha acuito le tensioni (l'ultimo affondo a Silvio Berlusconi e Forza Italia sulle riforme) più che smussarle, ora ha imposto più che suggerito. E nell'elenco delle sue colpe spiccano la posizione morbida e subalterna a Unione europea e Angela Merkel sulla sostituzione di Berlusconi e la chiamata dell'europeista di ferro Mario Monti. Quindi i balbettii sul dopo-elezioni 2013, con Bersani impelegato nella trattativa impossibile con Grillo. E ancora, il balletto sulla sua rielezioni, i diktat ai partiti sulle larghe intese, il gelo con chi il governo Letta e quelle (non più tanto) larghe intese non le considera un obbligo, dal Cavaliere a Grillo giù giù fino a Matteo Renzi. Leggi l'editoriale di Maurizio Belpietro Qual è il peggior errore di Napolitano? Vota il sondaggio di Liberoquotidiano.it