La diplomazia di Silvio

Berlusconi, per legge elettorale e impeachment possibile intesa con Renzi e 5 stelle

Roberto Procaccini

Parlare con tutti e battere forte per i propri obiettivi. Strizzare l'occhio a Renzi e Grillo per battere Napolitano e rimanere sulla scena. Silvio Berlusconi riaggiorna le sue larghe intese e le estende a cavallo tra maggioranza e opposizione. Dopo la sentenza della consulta, che ha abolito il Porcellum, il primo tema da affrontare è la legge elettorale. Al momento le certezze sono poche: il governo Letta tira a campare e vede nei tempi di riforma della legge una garanzia per la propria durata. Il ripristino del Mattarellum sembra essere una priorità solo per Beppe Grillo, che non vuole vedere sfumare la possibilità di andare a votare già in primavera, mentre il segretario in pectore del Pd, Matteo Renzi, preferisce che in Parlamento si arrivi alla definizione di un doppio turno con impianto maggioritario (la "legge dei sindaci" che ha tante volte invocato). Silvio su più tavoli - Si dice che il Cavaliere di Arcore sia pronto, lunedì, a telefonare personalmente il sindaco di Firenze non appena sarà ratificata la sua vittoria alle primarie democratiche. Con Matteo il Cav potrebbe impostare il discorso su un sistema sul modello di quello spagnolo, bipolare e maggioritario (che, a detta dei vertici di Forza Italia, rimane la prima scelta del partito). Ma il leader forzista, che da qualche settimana è all'opposizione con i pentastellati e dall'autunno è in contatto con "l'ideologo" grillino Paolo Becchi, non avrebbe problemi a impostare il discorso su una legge elettorale di impianto proporzionale. Anzi, il Cav nel ripristino del Mattarellum vede anche un possibile vantaggio: con una legge che non prevede coalizioni, può concentrare su di sé il sentimento anti-euro e anti-austerity, sfruttare appieno il ruolo di primo partito di centro-destra e liberarsi della necessità di correre con alleati (addio all'Ncd di Alfano, dunque, ma anche a Lega e Fratelli d'Italia). Leggi le aperture di Minzolini e Santanché all'impeachment per Napolitano Contro re Giorgio - Ma la possibile intesa con i 5 stelle non si ferma solo alla legge elettorale. Un altro campo di convergenza è quello sull'impeachment per Giorgio Napolitano. Il Cav è deluso dal comportamento dell'inquilino del Quirinale: non si è sentito difeso dopo aver accettato il governo di "pacificazione", non ha apprezzato il modo in cui il Pd ne ha sancito la decadenza e, soprattutto, non gradisce le orecchie da mercante che re Giorgio continua a fare sulle sue vicende giudiziarie. Solo pochi giorni fa, durante la presentazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa, Silvio è tornato a chiedere un'istanza di grazia motu proprio da parte del presidente della Repubblica. Appello caduto nel vuoto. Al momento le aperture di esponenti di Forza Italia alla richiesta di impeachment sono "a titolo personale". Si sono fatti avanti Augusto Minzolini e la pitonessa Daniela Santanché: "Potremmo votarla". Ecco, per fare uno sgambetto al "traditore" Napolitano, Silvio potrebbe decidere di stringere con i grillini in questa direzione.