Via dalla decadenza
Al Cavaliere bastano 5mila europer candidarsi alle europee
Silvio Berlusconi può candidarsi alle elezioni europee in Bulgaria. A confermare ulteriormente quanto scritto ieri da Libero soccorrono la legge elettorale bulgara per l’elezione del parlamento di Strasburgo e l’interpretazione che di essa viene data dal governo di Sofia. La legge distingue due fattispecie di candidatura: quella sotto le insegne di un partito e quella da indipendente. Nel primo caso, per il Cavaliere non c’è speranza: chi vuole correre per un partito, infatti, deve essere in grado di presentare un documento che certifichi il proprio status di non interdetto nel Paese di origine, condizione questa nella quale l’ex premier non si trova. Diverso invece il caso di chi volesse presentarsi da indipendente: in questo caso la legge (articolo 4) non prescrive la presentazione dell’attestato di candidabilità. Chi volesse candidarsi en solitaire, pertanto, dovrebbe solo ottemperare pochi obblighi burocratici: raccolta di 7mila firme, versamento di 10mila lev (sì e no 5mila euro) e iscrizione nel registro del Comitato elettorale centrale (Cik) entro e non oltre i 35 giorni dalla data delle elezioni. A quel punto la candidatura - e con essa l’immunità parlamentare, che in Bulgaria scatta a protezione anche dei semplici candidati - è cosa fatta. Che dalle parti di Sofia l’interesse per il Cavaliere sia sempre alto lo confermano le parole consegnate a Un giorno da Pecora (Radio2) da Vesselin Kostov. Costui - membro del partito Rzs il cui leader Yane Yanev si è detto pronto ad offrire al Cavaliere tutto l’appoggio elettorale di cui è capace - rivela di avere addirittura scritto a Berlusconi per sottoporgli l’idea: «Vogliamo candidarlo e glielo abbiamo scritto in una lettera che è partita qualche giorno fa dalla nostra segreteria», spiega. Le trattative, sostiene Kostov, sono in corso: alla lettera è stata fornita risposta «solo telefonica» e, garantisce il politico bulgaro, «non posso fare nomi ma siamo in contatto con qualcuno». Conclusione: «Stiamo aspettando per mettere nero su bianco, per ora non diamo fiato alle trombe». E lui, il Cavaliere? Si schermisce, dice - come ieri alla presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa - di provare «stupore» per «una notizia che ho letto sui giornali». L’idea di riparare all’estero - ancorché solo a livello di circoscrizione elettorale - non lo entusiasma: «Sono ancora dentro questa cosa, sono ancora in questa atmosfera, da sincero democratico, innamorato della libertà, che sente di stare in un Paese che non è più democratico». Pertanto, argomenta il Cavaliere, «non ho mai nemmeno pensato a alternative allo stare qui a combattare per la libertà». Detto questo, il Cavaliere non è che sbatta la porta in faccia all’offerta bulgara. Anzi, dalle uniche parole che l’ex premier dedica all’argomento sembra trapelare persino una punta di rammarico per le «notizie che ho letto sui giornali». «Nessuno», butta lì un Berlusconi inusualmente dolente, «ha pensato di chiamarci». Magari è vero che dalla fu Oltrecortina non ha chiamato nessuno. Ma, come visto, qualcuno che ha preso su carta e penna per offrire al Cavaliere il seggio via Bulgaria c’è. La sorpresa delle Europee 2014, forse, è destinata ad arrivare dentro una busta bianca col timbro postale di Sofia. di Marco Gorra