La discussione in Aula
Senato: il dibattito su SilvioL'ultimo gran rifiuto di GrassoL'estremo tentativo di Casini
In mattinata comincia il dibattito sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Il presidente del Senato Pietro Grasso chiude ancora una volta la porta respingendo la richiesta venuta da Forza Italia e da Ncd di far ricorso al voto segreto sulla decadenza del senatore Silvio Berlusconi. "La votazione sulla decadenza da senatore non è configurabile come voto sulla persona e dunque va effettuata tramite scrutinio palese", ha spiegato. Grasso ha dunque dato la parola al presidente della Giunta per le elezioni Dario Stefano per la lettura della relazione della giunta. Poco dopo interviene Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc che ha presentato una sospensiva sul voto di decadenza di Silvio Berlusconi, in attesa delle decisioni della Cassazione sul riconteggio dei tempi dell’interdizione. "La sentenza, giusta o sbagliata che sia, è sottoposta alle regole dello Stato democratico, che ne impongono l’applicazione", ha detto Casini, secondo il quale in Senato si intrecciano però "questioni giudiziarie e politiche" e "si segue la vita più impervia, che consente a Berlusconi di ergersi a vittima di persecuzione politica". Mancanza di rispetto - "Siamo a un bivio della storia di questo Paese, comunque vada si conclude un ventennio. Abbiamo certamente giudizi diverso su Silvio Berlusconi e sul suo lavoro politico, ma non possiamo liquidare la storia di questi 20 anni come un evento criminale. Mancheremmo di rispetto non solo a lui ma anche a noi stessi, al popolo italiano che lo ha più volte votato e a chi gli si è opposto in questi anni". Da qui la conclusione: E’ "interesse di tutti" tenere al riparo da "surreali polemiche" sulla grazia a Berlusconi, la figura del Presidente della Repubblica. Lo ha detto in aula al Senato Pier Ferdinando Casini, confermando la proposta di sospensiva del voto sulla decadenza del leader di Fi in attesa del riconteggio dell’interdizione a Berlusconi da parte della Corte di Cassazione. Napolitano - "Una polemica surreale, quella sulla presunta decisione di concedere o meno la grazia, quando gli stessi legali di Berlusconi hanno in più circostanze affermato che in nessun modo il loro assistito sarebbe stato interessato a questa richiesta. Spazziamo via dal tavolo delle nostre polemiche il tentativo improprio di voler coinvolgere i Capo dello Stato. Semmai - ha concluso Casini- semmai siamo noi ad essere in debito con lui, dal momento che siamo ricaduti troppo presto in partigianerie di bottega dopo aver assicurato un impegno comune per il Paese".