L'analisi
Paolo Becchi: "Giuseppe Conte e virus ci portano alla rovina, rischiamo un altro Mario Monti"
È possibile per lo Stato italiano aumentare il deficit dal 2 al 4% (35 miliardi di euro addizionali di emissione di Btp) senza dover temere le conseguenze negative. L' emergenza creata dalla gestione dei Coronavirus giustifica sia politicamente che economicamente un aumento del deficit pubblico italiano. Abbiamo subito bisogno di politiche fiscali espansive e di investimenti pubblici. I danni causati sia dal rallentamento globale dell' economia che dalla gestione allarmistica dell' epidemia da parte del governo Conte rischiano di far sprofondare il Pil italiano dallo 0% previsto ad un -1% o un -2% di variazione. Per evitare il peggio c' è dunque bisogno di un governo autorevole e coraggioso che affronti l' emergenza senza timore di sforare, se necessario, anche il 3% del deficit. Possiamo farlo e senza paura dello spread, ecco perché. Oggi tutto il debito pubblico dei Paesi industriali rende molto meno dell' inflazione, ovunque guardi vedi rendimenti sottozero o appena sopra lo zero, mentre l' inflazione resta tra l' 1 e il 2%. Un caso eclatante è l' Olanda dove l' inflazione è al 2,5% e i tassi a -1% per cui, ogni anno il cittadino olandese che metta soldi in titoli di stato perde intorno al 3,5% al netto dell' inflazione. Di conseguenza, quasi ovunque nel mondo, investitori, fondi, fondi pensione, assicurazioni o semplici risparmiatori che comprino debito pubblico perdono, sia in termini nominali che reali (cioè al netto dell' inflazione). Questa situazione nuova e assolutamente senza precedenti crea una grossa opportunità per l' Italia, perché basta oggi offrire un modesto rendimento per attirare capitali da tutto il mondo. È chiaro che il discorso non vale per Paesi come la Turchia dove si svaluta del 20% l' anno, ma qui siamo nell' eurozona che è stabile come valuta, i titoli però rendono oggi meno di zero. Il motivo è la domanda e l' offerta: ci sono troppi pochi titoli di stato in euro sul mercato, dato che la Bce ne ha assorbiti 2.800 miliardi e i Paesi nordici ne emettono pochi. Al momento quindi uno Stato come l' Italia che emettesse 40 miliardi in più di Btp verrà visto con favore dal mercato affamato di titoli in euro che diano un minimo di rendimento. Anche solo offrire l' 1% in euro, rispetto al resto del mondo, sarà visto come una occasione da gestori, banche, assicurazioni nonché risparmiatori. Oggi non vale più il discorso dello «spread», cioè che se fai più deficit ed emetti più Btp il mercato reagisce vendendo, le quotazioni calano e il rendimento quindi aumenta (e quindi aumenta lo «spread!»). Questo problema esisteva quando c' erano tante altre alternative, ma oggi i tassi di interesse reali, cioè al netto dell' inflazione, sono sprofondati dappertutto tra -2,5% e -0,5% e il mondo finanziario è affamato di titoli che non gli facciano perdere soldi. (Parliamo qui dei titoli a 10 anni perché sui Bot, Cct e Btp fino a 4 anni anche l' Italia paga zero). L' Italia quindi al momento è l' unico Stato che offre un rendimento decente, che copra almeno l' inflazione. La stampa finanziaria è oggi piena di storie sulla «scarsità» di titoli di stato in eurozona, perché se ne emettono solo per 150 miliardi l' anno (che però è come se non ci fossero perché la Bce ne compra 20 miliardi al mese, cioè 240 miliardi l' anno). I bond dei Paesi nordici ad esempio stanno scomparendo dal mercato. C' è invece abbondanza di debito americano, gli Usa ne emettono per 1.200 miliardi l' anno, hanno 23mila mld di debito pubblico (100% del Pil) e Trump e Sanders vogliono ulteriormente espandere il deficit. Invece di salire il rendimento dei titoli americani scende e ha appena toccato il minimo storico, 1,27%. Perché appunto nel mondo tutti, stati e aziende possono permettersi di pagare pochissimo o addirittura niente. La conclusione è che, in un mercato enorme, in cui ci sono oggi 70mila miliardi di bond, ma quasi tutti rendono vicino a zero o anche sottozero, se l' Italia emettesse 40 miliardi in più di Btp non ci sarebbe nessuna reazione negativa di aumento dello spread. Siamo di fronte ad una situazione di emergenza e questo governo di incapaci sta portando l' intero Paese alla rovina. Prima che l' Ue ci imponga un nuovo Monti, non resta che dar vita ad un governo istituzionale, che abbia il coraggio di bloccare con il virus la decrescita infelice. di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi