Parole "esplosive"
Berlusconi in galera? Ecco come le toghe hanno preparato il terreno
Una grana dopo l'altra. Un nuovo attacco dopo quello precedente. L'offensiva della magistratura che non accenna a placarsi. Silvio Berlusconi si prepara al cosiddetto Ruby-Ter, il nuovo filone d'inchiesta nel quale è indagato per corruzione dei testimoni e per il quale, c'è da scommetterci, finirà alla sbarra. In vista del probabile processo cambia il team di legali: Piero Longo e Niccolò Ghedini al pari del Cav sono indagati, dunque entra Federico Cecconi. Ma l'ex premier si prepara all'ultima battaglia con un nodo in gola, con una paura che lo terrorizza: quella del carcere. La strada tracciata - Non si tratta di una boutade, ma della naturale conseguenza del terreno che, con minuziosità, ha preparato la magistratura. La strada è stata tracciata grazie alle motivazioni della condanna in primo grado nel processo Ruby. Le toghe parlano del Cavaliere in toni durissimi, scrivono della "capacità a delinquere" dell'imputato Berlusconi nonché "dell'attività sistematica d'inquinamento probatorio". Una frase, quest'ultima che pare un assist ai magistrati in vista del Ruby-Ter per sbattere il Cav in carcere per esigenze cautelari. Già, perché il fatto che il carcere si eviti sempre e comunque per motivi anagrafici non corrisponde al vero: l'ultima parola spetta sempre al giudice, che se ravvisa particolari elementi di pericolosità può propendere per la carcerazione preventiva. E le tre giudichesse che hanno condannato Berlusconi hanno voluto insistere proprio su questi elementi, sulla "capacità a delinquere", sul "sistematico inquinamento probatorio" (è bene ricordare che la carcerazione preventiva può essere disposta proprio per il timore che l'indagato inquini le prove). Al fresco - Nel frattempo, la Procura di Milano nicchia. Bruti Liberati sostiene che gli atti non siano ancora arrivati, e sostiene anche di non aver letto le motivazioni della sentenza di condanna in primo grado del processo Ruby. Dal pool meneghino, insomma, si vuole far vedere che non c'è alcuna fretta di iscrivere nuovamente Berlusconi nel registro degli indagati. No, nessuna fretta: si attende almeno il voto sulla decadenza di mercoledì, che indebolirà ulteriormente un Cavaliere accerchiato. Un Cavaliere che, ora più che mai, in attesa del giudizio nel processo Ruby-Ter rischia di finire in galera.