Centrodestra

Giorgia Meloni a Milano, sold out per la cena di Fratelli d'Italia "a casa Salvini"

Giulio Bucchi

Giorgia sbarca a Milano e ancora una volta - come è avvenuto lo scorso anno a Busto Arsizio - è già sold-out. Tutto esaurito, più di 2mila persone accreditate, per la cena "speciale" che il presidente di Fratelli d' Italia terrà stasera al MiCo. Si tratta, infatti, di un evento a tema San Valentino per lei e gli ospiti - un cotè formato da imprenditori e società civile - a cui la leader sovranista si rivolgerà con un titolo che è tutto un programma: «Il mio amore per Milano e la Lombardia». Un riferimento diretto al 2021, ossia alle prossime elezioni per il Comune del capoluogo, dove il partito della Fiamma intende confermare la propria crescita.  Leggi anche: Salvini sotto assedio? La mossa spacca-centrodestra che frega Meloni e Berlusconi Ma anche e soprattutto - questo è ciò che emerge da via della Scrofa - il segnale preciso che il percorso di affermazione che interessa tutto il perimetro nazionale, a maggior ragione quel Nord produttivo e sviluppista che studia da tempo con interesse la nuova proposta della destra italiana e al quale FdI, da parte sua, è certo di poter offrire un progetto di governo «trumpiano». Senza "imprevisti" di percorso: ossia alleanze con soggetti anti-impresa e dalle ricette assistenzialiste. Per non lasciarsi dietro alcun dubbio, proprio ieri Meloni ha replicato così ai retroscena che continuano a disegnare il perimetro di un governo di centrodestra "allargato" ai renziani: «Improbabili accordi? Mettiamo subito una cosa in chiaro: mai col Pd, mai coi 5Stelle e mai con Renzi. FdI sempre dalla stessa parte». Facendo molto affidamento su questa posizione "marmorea", l' ex ministro della Gioventù intende consacrare il proprio canale con il fronte produttivista, che è poi storicamente lo stesso sul quale Forza Italia prima e poi la Lega hanno investito molte energie. E di energie ce ne vorranno molte anche per armonizzare la proposta del centrodestra in vista delle prossime Regionali. Dopo il selfie della pace, infatti, continua il gioco di scacchi tra Salvini e Meloni sulla caselle - Puglia, Marche e Campania su tutte - rispetto alle quali il leghista ieri non ha risparmiato una punzecchiatura agli alleati. Come? Salvini ha ribattuto che «non è necessario o sufficiente per essere un buon sindaco o un buon governatore avere una tessera». Per lui, dunque, il dossier è aperto: «Ci stiamo impegnando per vedere se c' è gente nuova e coraggiosa che si vuole impegnare». Stesso discorso anche sul posizionamento da mostrare di fronte all' elettorato moderato in cerca di interlocutore. «Non ambisco in Italia a rappresentare la destra radicale, chi ha il 32% deve parlare a tutti», ha risposto Salvini a chi gli chiedeva se esiste una competizione tra lui e il partito di Meloni. Non si è fatta attendere, per quanto indiretta, la replica di FdI: «È una forzatura». La dimostrazione, secondo via della Scrofa, è il palcoscenico occupato dalla leader la scorsa settimana: «In Europa FdI ha la co-presidenza dei conservatori e ha rapporti con i repubblicani americani - continuano le fonti -. Due realtà politiche molto diverse da quell' estrema destra che per molti ambienti europei è invece rappresentata dal partito della Le Pen e da Afd in Germania, che fanno parte dello stesso gruppo della Lega». di Antonio Rapisarda