Storia di una folle gabelle che verrà
Tasse, finiranno col farci pagare anche l'ombra dei balconi
Sicuramente c’è un pregiudizio ancestrale: la proiezione dell’ombra nell’antichità -lo testimoniano i classici da Properzio a Tacito- preannunciava talora sinistri presagi e il sentore delle “larve”, i rimasugli degli spiriti che succhiavano l’energia vitale. Sì, è senz’altro pensando al terrore di Tacito che il legislatore italiano, ha pensato bene di inserire negli anfratti dell’ultima, sofferta legge di bilancio, la possibile tassa sull’ombra dei balconi o delle verande. Ma sì. E’ sicuramente una citazione storico e un atto scaramantico. Sennò una pirlata del genere non si spiega. A scoprire questo nuovo “Canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria” che nel 2021 -a meno di interventi correttivi- consentirà ai Comuni di tassare l’ombra proiettata dai “manufatti privati”, ossia dei poggioli trattati come fastidiose escrescenze urbane, è stato il tributarista Giuseppe Pizzonia dello studio Tremonti. Il quale Pizzonia afferma che “le regole di riferimento del nuovo canone non si differenziano sostanzialmente da quelle ancora in vigore per tutto il 2020. Emerge però una differenza non di poco conto. Il nuovo canone, come il vecchio del resto, si applica anche alle cosiddette occupazioni del soprasuolo, cioè sull'ombra proietteta sul suolo pubblico. Se non che, ed è qui la novità, nelle nuove disposizioni non è stata riprodotta l'esclusione dal pagamento per l'ombra proiettata da balconi, verande e simili, fino ad oggi espressamente prevista dalla legge”. Cioè significa che lo Stato che con una mano ti fornisce l’ottimo e strombazzatissimo “bonus facciate” (-90% della spesa), con l’altra lascia che i Comuni ti rimettano le mani nelle tasche per riprendersi i soldi. Ora, la suddetta è una notizia sfuggita dal sen istituzionale di domenica, a dicastero economico chiuso. Sicché, non essendo rintracciabile il ministro Gualtieri, pregiato storico esperto di Tacito, il pallido funzionario rimasto di picchetto al Mef, agitatissimo, e presentatosi come generica “fonte del ministero dell’economia” ha pensato bene di smentire all’Adn Kronos la tassa sull’ombra attraverso una comunicazione criptica: “Il nuovo canone previsto dalla Legge di Bilancio sostituisce i tributi locali Tosap e Cosap, derivando dagli stessi i presupposti impositivi. Per questa ragione, può colpire solo le fattispecie già gravate da Tosap e Cosap, tra le quali non è compresa l’occupazione tramite balconi e verande”. E, a parte il fatto che la Tosap è la Tassa Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche e il Cosap sarebbe il Canone per l’occupazione permanente di spazi e aree pubbliche, io, personalmente, della rassicurazione di cui sopra non ho capito una cippa (tra l’altro non ci sono rifermenti legislativi specifici e la “fonte del Mef” è rimasta nell’ombra, senza pagare la tassa). Però mi consola il fatto che Giorgio Spaziani Testa, avvocato e presidente di Confedilizia sia fortemente preoccupato per la fondatezza della denuncia dello studio Tremonti; e che, tra i denti, ritenga quella del Mef una risposta -per rimanere nei classici- ad minchiam. In realtà, in Italia, alle tasse stupide dovremmo averci fatto il callo. Abbia già la tassa sull’esposizione della bandiera tricolore (mente quella europea con le stelline non richiede obolo), la tassa sui gradini, la tassa sui ricorsi per farci riconoscere un diritto violato, la tassa sulla raccolta dei funghi, la tassa sullo studio e sul matrimonio, la tassa sui passi carrai. E c’è perfino una gabella sulla morte, con imposta di bollo maggiorato per chi opta per la cremazione. E, a questo punto, verso il legislatore, all’incazzatura subentra quasi una certa ammirazione. Per avere maggiori dettagli intorno alla tassa sull’ombra io, per sicurezza, ho comunque chiamato il mio commercialista. Non si è pronunciato. Era troppo occupato a smontare la veranda della cucina… di Francesco Specchia