Candidato alle regionali
Silvio Berlusconi e Salvini, sospiro di sollievo: "La mia corsa finisce qui", Occhiuto si ritira in Calabria
"La mia corsa finisce qui". Il forzista Mario Occhiuto, su Facebook, annuncia il ritiro della propria candidatura "solitaria" alle regionali in Calabria del prossimo 26 gennaio, dopo settimane di pressing da Silvio Berlusconi e da Matteo Salvini che spingevano per la candidatura unitaria del centrodestra di Jole Santelli, anche lei di Forza Italia, nel quadro di un accordo nazionale. Leggi anche: "Stima politica e personale". Dal centrosinistra una granata calabrese su Salvini? "Su suggerimento di tanti amici coinvolti e dopo l'ennesima sollecitazione del presidente Berlusconi - spiega il sindaco di Cosenza - ho deciso di farmi da parte. Silvio Berlusconi è una persona a me cara, che ho sempre stimato e ammirato, e oggi al punto in cui siamo ho giudicato il suo invito giusto e sensato". "Non ho chiesto in cambio incarichi per me stesso e non rivestirò alcun ruolo nell'ente regione", precisa Occhiuto che conferma di aver "proposto alla candidata a presidente Jole Santelli di recepire nel suo programma quelle idee su cui tanto avevamo puntato riguardo alla svolta ecologica e ai nuovi investimenti creativi e innovativi. E le ho chiesto di farsi parte attiva, una volta eletta, per l'accelerazione dei cantieri con opere in corso nella città di Cosenza e per l'avvio delle procedure per la realizzazione del nuovo Ospedale sul sito da noi proposto". "D'altronde - ammette Occhiuto - non ci sono le condizioni per portare avanti da soli il progetto di cambiamento della Regione Calabria che avevamo in mente, con la speranza di una vittoria elettorale. Infatti l'attuale sistema elettorale prevede, solo in Calabria, il voto congiunto tra il candidato Presidente e i consiglieri. Con tale sistema avremmo potuto ottenere un ottimo risultato, ma, avendo contro tutti, non la vittoria. La mia corsa solitaria sarebbe sembrata quasi una ritorsione o una ripicca; e io - rivendica - sono abituato a costruire, non a distruggere". "Ho condotto una dura battaglia e sono stato sconfitto. Questa è la verità. Il mio unico fine, credetemi, era quello di portare avanti una 'missione': cambiare la Calabria e renderla migliore e ricca di opportunità per i nostri figli. Oramai non sarebbe stato possibile raggiungere questo obiettivo ma avrei provocato - annota ancora - probabili conseguenze negative per tanti amici che mi avrebbero comunque seguito".