l'indiscrezione
Giancarlo Giorgetti: "Perché votare subito conviene anche a Pd e M5s" , cosa c'è dietro l'asso di Salvini
«A questo punto la situazione è disperata, bisogna intervenire con urgenza, l' Italia è sull' orlo del tracollo. Il governo giallorosso si è insediato, negando le urne agli italiani, con la scusa che serviva un esecutivo di emergenza nazionale, ma non ha fatto che sommare problemi nuovi a problemi vecchi, aprendo vari fronti. Risultato: ha portato il Paese in condizioni drammatiche. C' era da aspettarselo, oltre a essere incapace è scoordinato e diviso. Avevano promesso un governo forte, che sarebbe durato tre anni, invece non fanno che litigare e diffondere incertezza, che è la cosa peggiore, per gli investitori stranieri e per gli imprenditori nazionali». Il numero due della Lega, l' uomo delle relazioni con il gotha internazionale e dei conti la vede ancora più grigia di Salvini. C' è anche lui dietro il cambio di strategia politica dell' ex ministro dell' Interno, dall' opposizione sulle barricate alla mano tesa alla maggioranza, non per tirare fuori dal pantano i giallorossi ma per evitare il peggio al Paese. «Quando proponiamo un comitato di salvezza nazionale non chiediamo certo poltrone» chiarisce Giancarlo Giorgetti. «Semplicemente vediamo l' esecutivo ballare, dividersi e non concludere nulla su questioni fondamentali, dall' Ilva ad Alitalia al fallimento del Banco di Bari, ultima voragine che si è aperta e prosciugherà i nostri conti. Ci sono delle emergenze nel Paese a cui va posto rimedio subito, altrimenti ne pagheremmo il conto per decenni. Non vogliamo trovare solo macerie quando arriveremo, quindi meglio portarsi avanti. Il governo giallorosso non fa che litigare e annunciare consigli dei ministri. Poi scopriamo che il premier Conte e il Movimento Cinquestelle, che è la forza più importante della coalizione, sono all' oscuro delle decisioni prese dal ministro dell' Economia, il piddino Gualtieri, su questioni di fondamentale importanza come il Fondo Salva-Stati o il crack dell' istituto pugliese. Le apprendono dai giornali, come ogni altro lettore. A questo punto i casi sono due: o il premier sfiducia il suo ministro dell' Economia, oppure si dimette lui. Siccome non farà una cosa né l' altra, gli diamo una mano noi a evitare il fallimento e affrancarsi dai ricatti di parte del suo stesso esecutivo: facciamo le cose indispensabili per non andare a gambe all' aria e poi si vota». Onorevole, volete entrare al governo? «Non se ne parla, non cerchiamo poltrone né vogliamo mettere la faccia sui disastri altrui». Ma a Salvini conviene correre in soccorso dell' esecutivo? «Certo che non gli conviene. Matteo però corre in soccorso del Paese e non dell' esecutivo. Fa una mossa nell' interesse nazionale, non del partito, che stando all' opposizione di questa banda di improvvisati non fa che aumentare consensi». Non credo alle motivazioni esclusivamente umanitarie dei politici «Conte governa minacciando chi lo sostiene: fate come dico io e ci chiede l' Europa, che almeno stiamo qui altri tre anni, perché altrimenti Salvini arriva subito. Ecco, noi tra tre anni non vogliamo ereditare un Paese morto, quindi ci diamo da fare oggi per salvare il salvabile». Speranze di successo? «C' è una possibilità su venti che i giallorossi accettino la nostra proposta, perché pensano solo a tirare a campare. Non so però quanto ancora questa classe politica potrà restare sorda rispetto alle richieste e alla rabbia del Paese. Nel Palazzo loro dichiarano, mentendo, che va tutto bene, perché pensano solo a loro stessi, ma la Lega che gira costantemente sul territorio sa che gli elettori sono esasperati, specie i ceti produttivi. Noi non facciamo che raccogliere il grido di disperazione degli italiani e chiedere una cosa ovvia: rassettare il possibile e poi andare al voto». Pensa al suo amico Draghi come premier dell' ipotetico governo retto dal comitato di salvezza nazionale? «Il nome l' ha fatto lei. Io rispondo, perché no? Certo non ho in mente un Conte tre». Come finirà la vicenda della Banca di Bari? «Come Ilva o Alitalia, l' istituto sarà salvato dal denaro dei contribuenti e l' Europa, che usa due pesi e due misure, ora che si tratta di salvare il suo sottoposto, Conte, stavolta non impedirà la messa in sicurezza dell' istituto pugliese sostenendo che non si può fare perché sarebbe un aiuto di Stato. Occhio però a pensare che l' economia possa ripartire aiutando le banche. Certo, il risparmio va tutelato, ma sono i consumi e gli investimenti, cioè l' economia reale ad alimentare gli istituti di credito e non viceversa. Dobbiamo finirla di creare situazioni terribili dove l' unico imprenditore disposto a intervenire alla fine è lo Stato, tanto sono diventati pesanti e legalmente aggrovigliati certi carrozzoni». La condizione per l' aiuto della Lega è che si vada a votare subito dopo? «Prendiamo esempio dagli inglesi, che vivono nella democrazia più vecchia del mondo. Avevano un esecutivo all' impasse e in due mesi sono tornati al voto. Il popolo si è espresso e ora faranno la Brexit, come chiesto dagli elettori». Il guaio è che tornare alle urne conviene solo alla Lega e a Fratelli d' Italia «In realtà conviene a tutti, perché Pd, M5S e Italia Viva stanno facendo una pessima figura, e in più hanno l' aggravante di aver fatto un blitz, non concedendo il ritorno alle urne dopo la crisi di agosto, che sarebbe stata la cosa più naturale. Più tirano in lungo questa situazione, più voti perderanno, lo sanno benissimo. Io credo che tutti vogliano far cadere il governo ma nessuno vuole prendersene la responsabilità». Si dice che Salvini abbia un accordo con Renzi perché l' ex rottamatore stacchi la spina in cambio del sì della Lega a una legge proporzionale. È vero? «La Lega è per il maggioritario, che è il solo sistema che garantisce governabilità. Vedo però che la sinistra contropropone il proporzionale puro o quello alla spagnola, con un premio di maggioranza». Sono due modi per impedire a Salvini di poter governare con le mani libere «Dei due, il secondo mi sembra il meno peggio. Se questo è il prezzo da pagare per un chiarimento con la maggioranza, sia e non se ne parli più». Ma l' accordo l' avete con Renzi o con il Pd? «Non c' è bisogno di accordo con uno piuttosto che con l' altro, la proposta di Salvini conviene a tutti». E il centrodestra al voto si presenterebbe unito? «Con il proporzionale si è tutti contro tutti». Siete preoccupati per la crescita della Meloni, che in pochi mesi ha raddoppiato i consensi? «No, perché li abbiamo raddoppiati anche noi, e prima di lei. Giorgia sale rubando molto a Forza Italia. Direi che la nostra è una sana competizione che fa bene a entrambi ed è il sale della democrazia, ma l' alleanza non è in discussione». Dopo cinque mesi si può fare un bilancio: Salvini ha fatto bene a staccare la spina in agosto? «Ha fatto l' unica scelta democratica possibile. Se le cose non funzionano, bisogna finirla e tornare a chiedere la fiducia agli elettori. Ci attaccano perché critichiamo l' Europa, ma la Lega, l' estate scorsa, ha fatto l' unico gesto di cultura europeista: è andata a casa piuttosto che far vivacchiare il Paese». Cosa ne pensa della manovra del Conte bis? «Sono ricette anni Settanta, che hanno già fallito, senza significativi aspetti progettuali. L' unico elemento fondante di questo governo è la determinazione a fermare Salvini, come è stato anche annunciato, ma questo non basta per mandare avanti il Paese. L' Italia non ha bisogno della sugar tax. I giallorossi hanno aumentato le imposte e prevedono un pacchetto di misure persecutorie in tema di giustizia, tutti provvedimenti che scoraggiano gli investimenti, che sarebbero la sola via per la crescita». Avreste aumentato l' Iva, come sostengono Conte, Renzi e Gualtieri? «Assolutamente no, l' avremmo disinnescata, come già l' anno precedente. E a proposito, vorrei puntualizzare: il conto da pagare non l' abbiamo lasciato noi, ma Gentiloni. Noi abbiamo iniziato a pagarlo. Conte invece ci lascerà i conti di Ilva, salva-Stati e Popolare Bari». La sinistra sostiene che un ritorno di Salvini al governo terrorizzerebbe i mercati e la comunità internazionale «I mercati e l' economia per crescere chiedono soprattutto stabilità. In Italia ci sono 1.700 miliardi fermi sui conti correnti privati perché la gente è incerta sul futuro. Se si facessero le elezioni e ne uscisse una maggioranza stabile, in grado di governare cinque anni, questo aiuterebbe l' economia a prescindere da ogni programma». È vero che avete la fila di grillini alla porta? «Vanno capiti. Credo che più che opportunisti siano sinceramente disorientati dal fatto che ora al governo il Movimento fa l' esatto contrario di quello che aveva promesso in campagna elettorale. Questo fa sì che molti tra loro si sentano più traditori a restare che ad andarsene. Di Maio si interroghi allo specchio prima di attaccarli». A lei però i grillini non sono mai piaciuti troppo, sbaglio? «Non ho mai detto, come invece mi si attribuisce, che Di Maio e Di Battista sono solo dei ragazzi a cui ho dovuto spiegare tutto. Durante una discussione in Aula, qualche giorno fa, alcuni deputati 5stelle intervenuti in aula non sapevano la differenza tra pareggio ed equilibrio e gliel' ho spiegato, tutto qui!». Ma il governo Lega-M5S era assortito troppo male per durare «Avevamo molti difetti, ma il grande pregio del consenso. Il nostro governo era caratterizzato dal fatto di essere formato dagli unici due partiti che hanno vinto le elezioni del 2018. Tutto l' opposto di quello giallorosso, dove anche M5S ha iniziato a dilapidare i propri consensi». Cosa succederà alla Lega dopo il congresso di sabato prossimo? «Adegueremo il nostro statuto normativo all' evoluzione che ha avuto il partito, che ormai raccoglie il 30% del consenso fuori dal Nord». di Pietro Senaldi