Diktat e coltelli
Forza Italia-Ncd, dopo la scissione: chi incassa e chi tradisce gli amici
Con le acque ancora in tempesta, quando i numeri sono ancora ballerini, ora che la scissione è freschissima è già, comunque, il tempo delle conte. Chi sta con chi. Chi è tornato. Chi se ne è andato. Il terremoto del fu Pdl ha avuto diverse conseguenze, come - tra le altre - far tornare sotto i riflettori personaggi che sembravano spariti, o quasi. Claudio Scajola, per esempio, "sciaboletta", che si riaffaccia sul palcoscenico di Forza Italia. Nella sua Liguria hanno vinto i lealisti e, per dirla con le parole del presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza, "i comanbdanti si vedono quando il mare è mosso. E Scajola, a differenza di altri, non si è messo i gradi da solo". Sciaboletta, pur sparito dai radar, nella sua Liguria è sempre stato ed è ancora una super potenza. Nel momento della scissione ha fatto pesare tutta la sua influenza, e ha schierato le truppe al fianco di Silvio Berlusconi, dal quale, ora, si aspetta almeno un minimo di riconoscenza. Ciellini scissionisti - Ma il terremoto ha anche spinto via altri protagonisti del ventennio berlusconiano. Pensiamo a Roberto Formigoni e Maurizio Lupi, simbolo di Cl tutta, che in massa ha scelto Angelino Alfano. E pensare che fu Berlusconi, negli anni '70, a rivolgersi a don Giussani in persona, obiettivo trovare dei consulenti in politica e filosofia. Giussani gli fece due nomi: Rocco Buttiglione e Roberto Formigoni. Due nomi dei quali, in definitiva, il Cav non avrà un buon ricordo: il primo orchestrò la caduta del primo governo Berlusconi nel 1994, il secondo invece è stato uno dei protagonisti della freschissima scissione, che avrebbe voluto veder realizzata anche con qualche settimana d'anticipo e per la quale ha spinto con tutta forza, sempre, sul pedale dell'acceleratore. Chi incassa, chi rompe - Tra chi passa all'incasso, ovvio, c'è Raffaele Fitto. Dopo aver professato fedeltà per mesi reinventandosi leader della fazione più ortodossa al berlusconismo, ora l'ex governatore pugliese si aspetta ruoli e prestigio nella nuova Forza Italia. Inoltre, Fitto ha portato in FI la maggioranza dei big del vecchio Pdl pugliese. L'impresa non gli è però riuscita con alcuni suoi storici nemici, come il senatore Antonio Azzolini, ex sindaco di Molfetta e oggi presidente della Commissione bilancio, rimasto fedele ad Alfano. La scissione, dunque, come effetto collaterale ha avuto anche quello di rafforzare vecchi rancori e inimicizie. Oppure di romperle, le amicizie. E' il caso di Maurizio Gasparri, che ha aderito a Forza Italia, e Giuseppe Scopellitti, governatore della Calabria: due missini, amici storici, che ora, dopo la rottura e dopo aver preso strade divergenzi, proprio in nome della vecchia amicizia si scornano. L'epicentro siciliano - C'è poi il caso, significativo, della Sicilia, la terra di Alfano, che in gran parte si è schierata con il "suo" Angelino. Le eccezioni in Forza Italia sono Saverio Romano, Stefania Prestigiacomo e Gianfranco Miccichè. L'ex coordinatore siciliano del Pdl, Giuseppe Castiglione, ha un'idea piuttosto maliziosa sul perché abbiano scelto la fedeltà a Berlusconi: "Si vede che di là stanno già parlando di candidature per le prossime elezioni europee". Elezioni europee in cui, ne è convinto lo stesso Castiglioni, "il Nuovo Centrodestra straccerà Forza Italia". Infine, l'ultimo caso che gravita attorno alla Sicilia, quello del senatore - siciliano, ovvio - Francesco Scoma, alfaniano convinto, che soltanto lo scorso 29 settembre minacciava i falchi Pdl, spiegando che la crisi di governo sarebbe stata pura follia e che "ha ragione Alfano". I governisti hanno provato a chiamare Scoma per ore, giorni. Obiettivo, fargli firmare il documento che sancisce l'adesione a Ncd. Ma il senatore non ha mai risposto. E un'altra amicizia si è rotta.