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Regionali Umbria, Luigi Di Maio scarica il Pd: "Esperimento non ha funzionato". Ma non basta: può saltare
Giù la cresta. Anzi, cresta strappata. Fine dei giochi. Kaputt. Il voto in Umbria per il M5s è un incubo: 7,4 per cento alla lista, con il candidato unitario col Pd staccato di 20 punti tondi tondi. Percentuali ridicole. Un dramma politico firmato Luigi Di Maio, il quale mossa dopo mossa ha smontato il M5s. Scontata, ora, la già annunciata levata di scudi contro il capo politico, che i dissidenti vogliono sostituire. Meno scontate, invece, le sue mosse, le quali iniziano però a delinearsi già nel corso della notte elettorale. "Il nostro esperimento non ha funzionato", ha spiegato una nota del M5s. Ovvero la voce del capetto politico. Ovvero l'esperimento non si deve più ripetere. I grillini corrono da soli al voto locale, per certo non più con il Pd. E al governo, che si fa? Leggi anche: M5s, lettera dei dissidenti anti-Di Maio a Casaleggio Il governo, per ora, difficilmente capitolerà. Più facile che salti la testa di Giuseppe Conte, ora lambito anche dallo scandalo-Vaticano, così come può saltare quella del Di Maio capo politico. "Deve fare un passo indietro", dicono alcuni grillini sotto anonimato. Gli stessi invocano l'intervento di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, quel Casaleggio a cui pare oggi, lunedì 28 ottobre, verrà spedita una lettera con cui verrà invocato il cambio della guardia. Ed in questo contesto c'è chi gongola, come Gianluigi Paragone: "Quando non hai la coerenza di fondo poi la paghi. Avremmo fatto meglio ad andare da soli", conclude. Probabile, perché un M5s sotto all'8% è un risultato drammatico, per loro.