Qualcuno lo fermi

Lorenzo Fioramonti, il ministro M5s riscrive la Storia per indottrinare i più giovani

Davide Locano

Difficilmente passerà alla storia. E, se la cambierà, lo farà in peggio. Dopo aver proposto tasse sulle merendine, giustificazione per gli scioperi ambientalisti ed espulsione del crocifisso dalle aule, il ministro dell' Istruzione Lorenzo Fioramonti riesce a far danni pure annunciando la prima cosa di buon senso del suo mandato: la reintroduzione della prova di storia nell' esame di maturità. Nell'intervista rilasciata ieri a Repubblica, Fioramonti sostiene di non aver potuto «ignorare il Manifesto firmato da una parte rilevante della società italiana» che chiedeva di ripristinare la traccia di storia obbligatoria tra le prove. Detto questo, il ministro inciampa subito nelle motivazioni del suo intervento: «Solo la conoscenza del passato», spiega, «può permetterci di costruire il futuro». Oddio, ma ci voleva un ministro dell' Istruzione per dire questa ovvietà? Leggi anche: "Ecco perché ci deridono": no, il grillino Fioramonti non ha capito nulla BASTA CON LE DATE Ancor più grave è il metodo che Fioramonti intende seguire per ridare valore all' insegnamento della storia a scuola. A suo avviso, occorre cambiare le modalità di studio perché la storia «non può essere solo una sequela di date e di battaglie da mandare a memoria, ma il racconto di una evoluzione umana in ambiti come il progresso sociale, la conquista dei diritti civili, la partecipazione democratica». Questa frase sconcerta a livello di principio e di contenuto. Per quanto riguarda il primo aspetto, essa si fonda sulla convinzione che la storia umana sia un processo continuo di evoluzione, un cammino lineare orientato verso le "magnifiche sorti e progressive", un' affermazione graduale dello Spirito, come avrebbe detto Hegel. Ma questa visione è stata ormai superata perché le vicende storiche, soprattutto del Novecento, hanno dimostrato che non c' è alcuna tensione verso il Meglio o preparazione del sol dell' avvenire. Semmai, a volte, avviene l' esatto contrario: un processo di decadimento e regresso non guidato né da una ratio scientifica né da una qualche provvidenza. I PILASTRI DELLA SOCIETÀ Ma oltre a questo colpisce, da un punto di vista ideologico, la convinzione che l' evoluzione, per Fioramonti, coincida solo con la conquista dei diritti civili, il progresso sociale e la partecipazione democratica, ossia con i baluardi della sinistra Politicamente Corretta basata su retorica dei diritti, femminismo, pensiero Lgbt, accoglienza dell' altro ed estensione della cittadinanza. Dimenticandosi così degli altri pilastri di una civiltà che fanno capo ai doveri di un individuo e di una comunità, al rispetto dell' autorità, all' importanza della tradizione, e alla tutela dei riferimenti sacri, familiari, nazionali. Far coincidere l' evoluzione storica solo con gli elementi indicati da Fioramonti significa orientare l' insegnamento, indottrinare gli studenti, stabilendo un criterio che sancisce a priori ciò che è Bene e ciò che è Male. SPIAZZARE I DOCENTI Questo tentativo diventa ancor più evidente allorché il ministro aggiunge che «i libri di testo dovrebbero essere meno didascalici per offrire strumenti stimolanti agli occhi di un insegnante invogliato a essere più dinamico» e l' editoria di settore dovrebbe promuovere «una manualistica che spiazza i docenti» finora «rassicurati da un' impostazione più tradizionale». Quindi basta coi vecchi metodi di insegnamento e i libri di testo troppo tradizionali. Vogliamo manuali «dinamici» e «spiazzanti». Quasi non bastassero i libri di storia infarciti di ideologia sinistrorsa e sessantottina, ora arrivano i manuali grillini «stimolanti» e «non didascalici». Della serie: non c' è mai limite al peggio. Fioramonti assicura che è sua intenzione consegnare questa nuova modalità di studio della storia entro il 2022. Viene da pensare che esattamente un secolo prima, nel 1923, l' allora ministro dell' Istruzione Giovanni Gentile varava la sua epocale riforma della scuola. Da Gentile a Fioramonti: siamo sicuri che la storia sia un processo che evolve verso il meglio? di Gianluca Veneziani