I conti nel mirino
Conte si schianta sulla manovra. L'economista tedesco Gros: "Perché potrebbero non darvi flessibilità"
"Non si può fare finta di nulla", anche se il governo Conte è considerato "amico" dalla Commissione Ue. Daniel Gros, direttore del Center for European Policy Studies, spiega a Repubblica cos'ha portato Bruxelles a scrivere una lettera a Palazzo Chigi per chiedere conto delle coperture mancanti della legge di bilancio. Dal punto di vista tecnico, infatti, la manovra non rispetta le regole Ue: "Il nuovo governo - sottolinea l'economista tedesco - non ha avuto il coraggio di imprimere una svolta per il prossimo anno, ma si è soltanto limitato a contenere i danni. Non c'è una riduzione del deficit, per questo non dobbiamo meravigliarci della lettera". Leggi anche: "Il peggio deve ancora venire". Crisi e golpe finanziario, cosa sa Giulio Tremonti All'orizzonte, senza interventi incisivi, l'Italia corre ancora il rischio di una proposta di procedura di infrazione, anticamera della Troika. "Certamente - ammette Gros - in questi anni la Commissione non è stata coerente. Ha sempre fatto cosi': prima ha minacciato una linea dura, poi mercanteggiato e alla fine ha fatto un passo indietro. Non è mai stata capace di porre limiti chiari". Questo perché "ha sempre anticipato il giudizio politico anziché limitarsi a quello tecnico. Per esempio si è comportata in modo più morbido per evitare l'avanzata dei populisti alle elezioni. Ma non dovrebbe essere questo il suo compito. Le regole, anche nel caso di una procedura per disavanzi eccessivi, sono chiare: la Commissione propone, ma è l'Ecofin che dispone". "La Commissione Juncker, come ho detto, ha avuto una linea per nulla rigida - prosegue l'economista -. Basti vedere come si è comportata con Portogallo, Spagna e Francia... Stando agli annunci, credo che Ursula Von der Leyen cercherà di trovare ancora più spazio per la flessibilità. Ma questo riguarderà i Paesi con alto deficit, non quelli con un maxi-debito come l'Italia". Un fattore, quest'ultimo, che pesa sulle nostre casse per 60 miliardi di euro di interessi ogni anno: "L'Italia è l'unico Paese, con la Grecia, con un livello di debito alto che ha costi importanti. Per questo sarebbe un errore applicare maggiore flessibilità".