Manovre
Matteo Renzi verso l'addio al Pd, nascono i suoi gruppi parlamentari: clamoroso, Luca Lotti resta fuori
Dopo aver ordito la manovra di palazzo che ci ha consegnato il governo Pd-M5s, Matteo Renzi continua il suo "lavoro". La prossima tappa, come si sussurra da tempo, sarà la formazione dei suoi gruppi parlamentari. Di fatto, l'addio al Pd in vista della creazione di un suo soggetto politico. Il piano potrebbe essere già annunciato alla prossima Leopolda, tra pochissimo insomma, poiché la kermesse si terrà ad ottobre. A Montecitorio, una trentina di deputati andrebbero a comporre il nuovo gruppo. Impossibile compiere la medesima operazione al Senato, dove le regole impediscono la nascita di gruppi che non siano stati presentati alle elezioni. A Palazzo Madama, dunque, Renzi e altri cinque o sei senatori usciranno dal gruppo per passare al Misto. Solo Andrea Marcucci resterebbe dov'è in virtù del suo ruolo, ovvero quello di capogruppo Pd. Leggi anche: Il grillino che dava del "coniglio" a Renzi, oggi... Ovvio il sospetto: Renzi vuole subito far cadere il governo che ha contribuito a far nascere? Vuole sabotare un esecutivo che avrebbe voluto espressamente tenere in piedi soltanto per fare la manovra ed evitare l'aumento dell'Iva? Lui smentisce, ma alzi la mano chi ancora crede alle parole di Renzi. "Sarà una separazione assolutamente consensuale - queste le parole che avrebbe pronunciato ai fedelissimi e riportate da Il Messaggero in un retroscena -. Il nostro progetto serva a rafforzare il governo, ad aggiungere una gamba in più capace di parlar fuori dal recinto della sinistra e anche ad aiutare la sinistra". Inoltre, il fu rottamatore, si dice anche fiducioso circa che la pattuglia alla Camera diventi più corposa rispetto alle prime stime: "Ma poi vedrete che dovremo chiudere le iscrizioni per overbooking". Obiettivo di Renzi, calamitare i moderati non di sinistra. Proprio per questo continua a guardare all'area di Forza Italia che fa riferimento a Mara Carfagna. Contestualmente all'uscita di Renzi dal Pd, dovrebbe esserci il ritorno di LeU tra le fila dem: "La nostra uscita dal Pd e l'entrata di LeU nel Pd - commenta Renzi - sarebbe quasi a saldo zero". Ma le sorprese più grosse arrivano quando si spulciano i nomi di chi dovrebbe prendere parte all'operazione: presenti Giachetti, Anzaldi, Morani, Maria Elena Boschi, Anna Ascani, Nobili, Miceli, Fragomelli, Marco Di Maio, Cosimo Ferri, Marattin, Romano, Buratti e gli altri renziani di ferro. Ma a spiccare è una clamorosa assenza: quella di Luca Lotti, che non farebbe parte dell'operazione, proprio come il neo-ministro Gerini. A colpire, soprattutto, l'assenza di "Lampadina" Lotti: un tempo fedelissimo di Renzi, oggi non più. Anzi, la rottura è stata così traumatica e profonda da determinare la sua permanenza nel Pd da cui Renzi fuggirà a tempo record.