Strategia al Colle
Sergio Mattarella, il piano B: governo di garanzia, come può affrontare la vittoria del "no" su Rousseau
L'attenzione è concentrata sull' esito del voto sulla piattaforma Rousseau. Certo. Ma anche se oggi la maggioranza degli iscritti al Movimento dovesse dire sì al nuovo governo, per la formazione dell' esecutivo giallorosso gli scogli non sarebbero certo finiti. Al Quirinale c' è infatti Sergio Mattarella che attende che al più tardi mercoledì il premier incaricato Giuseppe Conte salga per sciogliere la riserva. E sono due le strade che l' avvocato ha davanti a sè. Se scioglierà positivamente la riserva, presenterà al Capo dello Stato una sua lista di proposte per i dicasteri e il Presidente, se non ci saranno incongruenze vistose tra i profili proposti per i dicasteri chiave e la cornice programmatica indicata da Conte, li nominerà. A quel punto in poche ore, molto probabilmente giovedì, si allestirà il Salone delle Feste al Quirinale per il giuramento, poi ci sarà il primo consiglio dei ministri a palazzo Chigi e infine la scena si sposterà alla Camera per il discorso programmatico con cui Conte chiederà la fiducia. Subito dopo, il bis al Senato, visto che anche palazzo Madama dovrà dare il suo voto favorevole (con numeri ben più risicati di quelli di Montecitorio). Se invece Conte scioglierà negativamente la riserva, salterà ovviamente il tentativo di governo giallo-rosso e per il Colle in pratica sembra non esserci altra decisione che lo scioglimento delle Camere. Leggi anche: Mattarella e la verità del leghista Crippa sulla sorte dell'inciucio Dunque il capo dello Stato in poche ore convocherebbe una figura di garanzia, gli affiderebbe un incarico per dar vita a un esecutivo con pochi ministri che, incassata la scontata sfiducia delle Camere, porti il Paese al voto. Ormai la data più probabile è domenica 10 novembre, una scadenza che dà il tempo minimo, seppur stringatissimo, per avere il nuovo esecutivo entro i primi di dicembre (se il risultato delle elezioni sarà chiaro) e la manovra entro la data limite del 31 dicembre. L'esecutivo di garanzia, infatti, non sarebbe chiamato a varare la manovra e questa dovrebbe aspettare la formazione del governo, con gli ovvi problemi di immagine che questo ritardo avrebbe sia agli occhi di Bruxelles che di fronte ai mercati finanziari. Non resta ancora tanto tempo, basteranno poche ore, non più di 48, e dalla loggia alla Vetrata il premier incaricato Giuseppe Conte prima e il Presidente Sergio Mattarella poi faranno sapere quali saranno le sorti di questa travagliata legislatura.