Nodi al pettine

Nicola Zingaretti, sconcerto Pd per la prima offerta di Di Maio. "Ma cos'è, uno scherzo? Così salta tutto"

Giulio Bucchi

"Ma cos'è uno scherzo Luigi?". Nicola Zingaretti si siede davanti a Luigi Di Maio, ascolta la prima offerta del leader M5s e trasecola: l'inciucio rischia di saltare in pochi minuti. I retroscena dei quotidiani sono concordi su un punto: lo sconcerto del Pd nel corso del primo faccia a faccia a Palazzo Chigi, alle ore 18. Non si parla di programmi, ovviamente, ma di poltrone. Lì si inizia e lì si finisce. "Giuseppe Conte chiede che io e te facciamo i suoi vicepremier, così da dare più forza al governo", è l'azzardo di Di Maio. Doppio, visto che i dem non vorrebbero concedere un posto nel governo all'ex alleato di Matteo Salvini e, allo stesso tempo, vorrebbero tenere fuori dalla mischia Zingaretti.  Leggi anche: "La pazienza ha un limite", "Non se ne parla". Retroscena: nella notte gelo sull'inciucio "I patti non erano questi. Io non entro nel governo e tu non puoi fare il vicepremier", è la risposta secca del segretario dem, che per molti giorni ha dato l'impressione di usare questi argomenti per far saltare la trattativa. "Chiamiamo Conte. Ma sappi che così salta tutto", è il compromesso raggiunto dal leader Pd. Lui e Di Maio si rivedranno la sera, alle 21, con il premier uscente e Andrea Orlando, che al Nazareno indicano come eventuale vice unico dell'Avvocato. A tarda notte, altra fumata nera.