Maldestro

Crisi di governo, Luigi Di Maio disperato: "Prima il sì al taglio dei parlamentari"

Davide Locano

Fine del governo. E, probabilmente, fine della parabola politica di Luigi Di Maio. Già sulla graticola da tempo per i fiaschi a cui ha condotto il M5s, il capo politico con le Cinque Stelle, in base alla regola del massimo due mandati, potrebbe non essere rieletto. Scontato, dunque, il suo tentativo di tenersi la poltrona, almeno per un altro po'. Così, dopo il delirante attacco contro Salvini in cui ha tirato in ballo Silvio Berlusconi, il grillino rincara la dosa: "Noi siamo pronti, della poltrona non ci interessa nulla e non ci è mai interessato nulla, ma una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze". Parole chiaramente rivolte al leghista. Di Maio poi aggiunge che "ad ogni modo c’è una riforma a settembre, fondamentale, che riguarda il taglio definitivo di 345 parlamentari. È una riforma epocale, tagliamo 345 poltrone e mandiamo a casa 345 vecchi politicanti. Se riapriamo le Camere per la parlamentarizzazione, a questo punto cogliamo l’opportunità di anticipare anche il voto di questa riforma, votiamola subito e poi ridiamo la parola agli italiani. Il mio è un appello a tutte le forze politiche in Parlamento: votiamo il taglio di 345 poltrone e poi voto". Ovvio il tentativo di Di Maio: dopo aver suicidato il M5s sulla mozione-Tav, vuole addossare alla Lega la colpa dell'ormai quasi certa caduta della riforma. Tentativo maldestro di chi ha dimostrato che di politica non capisce quasi nulla. Leggi anche: Maria Giovanna Maglie danza sul cadavere politico di Di Maio