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M5s, fonti confermano: "Martedì crisi di governo sul decreto sicurezza-bis", i 15 killer della maggioranza

Davide Locano

Voci dal Senato. Voci che danno il governo gialloverde davvero appeso un filo. Come è noto, la maggioranza dispone solo di due voti in più rispetto alle opposizioni, 163 contro 161 (alla maggioranza manca anche il voto di Umberto Bossi, ancora in precarie condizioni di salute). E come è altrettanto noto, il prossimo 6 agosto si voterà a Palazzo Madama sul contestatissimo decreto sicurezza-bis, contestatissimo in primis dai grillini. Da giorni quella data viene indicata come una "ghiotta occasione" per una crisi di governo. E secondo quanto rilanciato da affaritaliani.it, l'incidente è davvero possibile. Fonti pentastellate che chiedono l'anonimato parlando di almeno una decina, forse 15 senatori M5s, pronti a uscire dall'aula e a non partecipare alla votazione anche in caso di fiducia del governo; e ancora, potrebbero votare direttamente "no" sia sul provvedimento sia sulla fiducia. Se così fosse, Lega e 5 Stelle si fermerebbero a 143-148 voti, rischiando così di archiviare così la parentesi governativa. In caso di voto senza fiducia sul provvedimento, è probabile che un soccorso arrivi da Forza Italia e Fratelli d'Italia. Ma le due forze politiche hanno già messo in chiaro che, in caso di voto di fiducia, arriverebbe un "no". Leggi anche: Vittorio Feltri, scomoda verità sul rapporto Salvini-Di Maio E il punto centrale è che l'ipotesi di non mettere la fiducia è stata sostanzialmente esclusa: pur potendo contare sui voti di berlusconiani e meloniani, a causa dei numerosi emendamenti presentati, il testo ritornerebbe quasi certamente a Montecitorio, rischiando di non essere approvato prima dell'estate. E nel caso in cui passino 60 giorni, il decreto decadrebbe. Insomma, lo scenario che porta alla crisi di governo è perfettamente tratteggiato. Non ci resta che attendere la prossima settimana.