Base in rivolta

Matteo Salvini, l'ombra della scissione nella Lega: "Questa è la vostra Stalingrado"

Giulio Bucchi

La rivolta della Lega al Nord si respira in ogni festa locale, dalla Lombardia al Veneto. E rischia di diventare scissione. Lo slogan ormai è noto anche a Matteo Salvini, che quando dal palco nomina Luigi Di Maio e i M5s vede levarsi dalla platea sonori fischi: "Se non ci danno l'autonomia tanto vale andare a votare". Il Capitano deve tenere conto del fattore politico che uno strappo sulla legge voluta dagli elettori lombardi e veneti comporterebbe, un possibile contraccolpo elettorale al Sud dove pure la Lega ha ormai sfondato quasi ovunque il muro del 20% diventando un partito nazionale. Ma agli elettori del Nord non interessa, figurarsi alla pancia della Lega, quella dura e pura.   Leggi anche: "La misura ora è colma". Luca Zaia bombarda il governo (e avvisa anche Salvini) "Rischiate che l'autonomia diventi la vostra Stalingrado", è l'avvertimento lanciato dall'assessore regionale di Zaia Roberto Marcato alla ministra per il Sud Barbara Lezzi, grillina e contraria alla riforma. Giacomo Iseppi, segretario della sezione leghista di Chiarano (Treviso), intervistato dalla Stampa azzarda: "Se l'autonomia non arriva da qui alla regionali (nel 2020, ndr) ci sarà una scissione nella Lega, torneranno i duri e puri della Liga Veneta". Non si scherza più.