Il retroscena

Giuseppe Conte, il giorno in cui può cadere: "Roba inqualificabile, quella sarà la scusa per Salvini"

Giulio Bucchi

Si descrive "nero" di umore, Giuseppe Conte, e definisce "inqualificabili" gli attacchi che dalla Lega sono partiti all'indirizzo dei ministri e onorevoli del Movimento 5 Stelle, che stanno facendo muro contro le autonomie regionali. Il governatore lombardo Attilio Fontana li ha chiamati "cialtroni" e pare essere stata la classica goccia nel vaso. Da giorni la tensione tra Conte e Matteo Salvini è alle stelle, e nessuno, nemmeno il premier osa più negare che si è sull'orlo della crisi di governo. In quella di nervi, invece, siamo immersi già da diverso tempo.  Leggi anche: "Avete fatto male i calcoli". Crisi, Salvini smaschera Di Maio al telefono: il gioco sporco M5s Secondo Repubblica, addirittura Conte ha già in mente la data decisiva, giovedì 25 luglio: lì, spiega, si decide il futuro della legislatura. Il giorno prima l'avvocato andrà in Senato a "difendere" (come e quanto convintamente lo si scoprirà) Salvini sul caso dei presunti fondi russi alla Lega, per cui M5s e Pd hanno chiesto una commissione d'inchiesta. Giovedì, il "redde rationem" sulle autonomie con il testo definitivo, dopo tante fumate nere e grigie. "Quel giorno - confida in privato Conte secondo il retroscena di Repubblica - capiremo cosa vuole davvero Salvini. Un compromesso si può trovare. Ma se vuole rompere, la scusa sarà proprio questa riforma". "Sulle autonomie ce l'ho messa tutta - spiega ai suoi - di più non posso fare". Tanto da scrivere addirittura al Corriere della Sera non a Salvini o Di Maio, a Zaia o Fontana, ma direttamente agli italiani per spiegare la riforma e i dubbi di Palazzo Chigi sulle posizioni leghiste e delle tre regioni che hanno chiesto maggiore autonomia, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. "Se continuano a insultare neanche li incontro. Non posso fare una riforma incostituzionale che va bene solo al Veneto e danneggia il resto d'Italia, anche perché poi verrebbe bocciata dalla Consulta. Serve un testo equilibrato, per il bene di tutto il Paese", accusa il premier. Su queste basi, difficile trovare un compromesso.