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Autonomia: ConfartVeneto, no al ricatto della 'compensazione'

AdnKronos

Venezia, 15 lug. (AdnKronos) - La travagliata vicenda delle tentate ulteriori forme di autonomia per il Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, offre numerosi spunti di riflessione. Mi limito a pochi tra questi. Il primo riguarda la comunicazione. Sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata ma è prevalso un racconto, soprattutto verso il Veneto delle 23 materie, di un presunto egoismo territoriale. Chiedere di gestire competenze su questioni che avvicinano le istituzioni all’utente finale e di vedere nel contempo riconosciuta l’eventuale efficienza realizzata, entrambi indiscutibili, hanno ceduto il passo ad una versione di comodo, una sorta di sola questione di soldi, pretesa che il Veneto vorrebbe imporre a prescindere". Lo sottolinea, oggi, il presidente di Confartiginato Veneto, Agostino Bonomo. "Era evidente, e ne abbiamo avuto conferma, che riordinare i trasferimenti con criteri quali i costi standard, avrebbe toccato rendite di posizione e inefficienze. La paura è stata ed è ancora tale che anche avviare il processo confermando la redistribuzione con i criteri di spesa storica genera un allarme che blocca ogni passo. Anche nel convinto apporto che artigiani e piccole imprese hanno dato alla proposta, non è mai stata messa in discussione la necessità di solidarietà e di un’azione perequativa. Casomai viene denunciato il tentativo di utilizzare questo principio costituzionale quale alibi per finalità meno nobili di spesa corrente e per l’ennesimo rinvio di serie riforme di governo della spesa pubblica", spiega Bonomo. "Il secondo motivo di riflessione riguarda il fatto che, sull’onda del portato della riforma costituzionale del 2001, siamo passati al secondo tempo del federalismo senza neppure un consuntivo della cinquantennale esperienza delle Regioni a Statuto Ordinario. L’anno prossimo saranno infatti cinquant’anni dall’avvio delle Regioni. Passare ad una fase successiva senza un’analisi sui risultati e limiti della prima stagione di regionalismo, ha di fatto messo in secondo piano, la questione delle competenze tra i due livelli, la questione delle Regioni meridionali e delle Regioni a Statuto Speciale", continua il presidente di Confartigianato Veneto.