Poltronissime

Giancarlo Giorgetti lascia il governo. "Sta già studiando per superare il test della Commissione Ue"

Caterina Spinelli

Giancarlo Giorgetti è oramai "rassegnato" all'idea di essere il candidato italiano alla Commissione europea. Da uomo d'onore e fedele al Carroccio non può proprio dire di no a Matteo Salvini, che da tanto lo corteggia. E così il sottosegretario ha ceduto e "ha già iniziato a studiare" per poter "superare" l'esame che la commissione di riferimento riserva per ciascun candidato. A riferirlo - secondo La Stampa - sono gli stessi amici di governo, presenti al vertice sulle Autonomie. Giorgetti prende in mano tutti i dossier antitrust, le leggi, i regolamenti, le recenti sfide dell'Unione contro il far west del mercato. Il test è arduo, a maggior ragione se il tuo partito di appartenenza nutre poche simpatie per l'Ue (un sentimento contraccambiato). Ma il governo punta più in alto, alla presidenza della Concorrenza. "In Europa - diceva Salvini - stanno assegnando poltrone a destra e manca. Pd, FI, 5S, FdI e presidenze e vicepresidenze a tutti, anche al M5S. L'unica forza esclusa è la Lega. Questo è razzismo, ed è vergognoso. Un insulto alla democrazia". Leggi anche: Nomine Ue, il rimpasto a sorpresa voluto da Salvini Una ferita che si è aperta con l'elezione del grillino Fabio Massimo Castaldo alla vicepresidenza dell'Europarlamento e che agli occhi del vicepremier del Carroccio potrebbe essere sanata solo consegnando a Giorgetti un portafoglio economico di peso. A decidere ci penserà dunque l'esito dell'esame europeo. Se tutto filasse liscio, al suo posto, come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio - stando alle ultime notizie della Lega - andrebbe Nicola Molteni. L'uomo dei decreti sicurezza, nonché luogotenente di Salvini al Viminale, un leghista di estrema fiducia per il leader a cui lo accomuna anche una maggiore vicinanza generazionale rispetto a Giorgetti. Intanto nella Lega e a Palazzo Chigi non si fa mistero delle ambizioni del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che ha negoziato con l'Europa il posto d'onore dell'Italia per il via libera al pacchetto di nomine della Commissione e della Bce.