Il futuro azzurro
I falchi a Silvio: rompi con Letta e andiamo al voto
Un pressing costante, incessante. Non hanno mai arretrato di un passo, da sempre, da quando la Corte di Cassazione ha condannato Silvio Berlusconi per frode fiscale e si è aperto il duplice problema della decadenza e dell'ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Subito i falchi si sono levati in volo, per il Cavaliere un solo consiglio: rompere con Letta. Fare cadere il governo delle larghe intese per l'impossibilità di stare con chi vuole eliminare politicamente Berlusconi. Una posizione che non ha mai conosciuto mediazioni. Rottura e basta. Elezioni subito. I falchi della prima ora sono Denis Verdini, Daniela Santanché, Daniele Capezzone. La lista - Nell'elenco dei falchi, dei duri e puri, ci sono pure Augusto Minzolini, il coordinatore del Pdl Sandro Bondi, Augusto Minzolini, Manuela Repetti, Mario Mantovani. Un passo indietro sono i mediatori, anche loro fedelissimi a Berlusconi ma tentano di ricucire, vogliono evitare la rottura: sono Maurizio Gasparri, Altero Matteoli, Paolo Romani e Renato Schifani. Il tempo stringe e entro sabato 16 niovembre non potranno più "stare nel mezzo", dovranno schierarsi: o con Silvio o contro Silvio. E proprio oggi, lunedì 11 novembre, la colomba Fabrizio Cicchitto, ha scritto una nota contro i falchi e l'ultima uscita di Berlusconi: "Ci dispiace moltissimo, ma non condividiamo la posizione assunta dal presidente Berlusconi che ha fatto sua la posizione degli estremisti e che vuole far cadere a tutti i costi il governo. La caduta del governo provocata dal Pdl per puntare ad elezioni immediate, peraltro improbabili, sarebbe infatti solo un favore fatto al Pd: il Pdl avrebbe l’handicap di aver provocato una crisi di governo con conseguenze assai negative dal punto di vista economico e finanziario, si assumerebbe la responsabilità della mancata realizzazione delle riforme istituzionali e non avrebbe nemmeno un candidato premier: Berlusconi non si può presentare, Alfano è contestato dai falchi, altre candidature non sono maturate. Molto meglio allora andare avanti fino al 2015, fare le riforme istituzionali e una nuova legge elettorale, avviare una politica economica per la crescita, e avere il tempo per rilanciare un nuovo grande centrodestra che aggreghi tutte le forze disponibili, sia sulla destra che sul centro, e che, se si evitasse la rottura, si potrebbe fondare sul binomio Berlusconi-Alfano". Mancano quattro giorni alla resa dei conti.