Personaggetto

Alessandro Di Battista elogia Matteo Salvini su Sea Watch, ma scorda di citarlo: altra figuraccia del grillino

Davide Locano

Un Alessandro Di Battista che appare sempre più confuso, politicamente disperato, quello che è apparso sul palco del festival del Libro Possibile, festival di letteratura a Polignano a Mare, in Puglia. Il grillino-urlatore parla di immigrazione e attacca: "Sono annoiato dalle ong. Un paese deve difendere i propri confini, capisco quindi quello che il Governo sta facendo". Parla di governo e non di Matteo Salvini, che è quello che sul tema si sta impegnando in prima persona: una dimenticanza? Impossibile. Per certo c'è che Dibba, sempre pronto a insultare il ministro dell'Interno, in questo caso non può esimersi dall'elogio, pur senza citare il nemico (e rimediando, così, l'ennesima figuraccia). Dunque l'attacco al Pd, che sulla questione Sea Watch 3, secondo Di Battista, "ha fatto un passerella inutile, facendo finta di piangere: sono gli stessi che hanno bombardato la Libia. Io, prima di fare politica, ho lavorato nella cooperazione: bene, oggi l'immigrazione non è un problema principale. E soprattutto l'approccio deve essere un altro: non servono quote. Non si possono accogliere tutti. Ma si deve fare un piano serio di aiuti per i paesi africani: queste persone hanno il diritto di prosperare a casa loro". E il dubbio si ripropone: Di Battista crede forse di essere Salvini? Leggi anche: Povero Di Battista: "Perché ho rinviato il mio viaggetto"