I conti non tornano

Confcommercio: "Nel 2014 nessuna ripresa". Ma Saccomanni: "Il prossimo anno sarà di crescita"

Ignazio Stagno

L'Italia non riparte. Il governo di Letta e Saccomanni rischia di sbattere sul muro delle bugie. Impermeabile sulle spalle, la settimana scorsa il ministro dell"Economia aveva rassicurato tutti da Londra: "La cresicita ci sarà e comincerà già nel 2014". Balle. Almeno per la Confcommercio. "Il 2014 non sara' certo l'anno di una ripresa sostanziale". Lo ha affermato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel suo intervento nella giornata di mobilitazione nazionale per la legalita'. "Non lo sarà - ha aggiunto - anche per gli effetti di una legge di stabilita', che se non verra' corretta in Parlamento, lascera' di fatto irrisolti i problemi strutturali della nostra economia, e soprattutto non avviera' quella stagione di riforme - prima fra tutte quella fiscale - che auspichiamo da tempo". Zavorra infinita -  Una ripresa zavorrata anche dalla diffusa illegalità, che sottrae 17,2 miliardi di euro all'anno al settore del commercio, bar e ristorazione. Lo studio di Istat e Censis, presentato dal direttore Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, evidenzia inoltre che il fatturato sottratto al commercio al dettaglio legale nel 2013 dovrebbe attestarsi a 8,8 miliardi di euro, pari al 4,9% del fatturato regolare. Secondo Confcommercio che parla "di stime per difetto", a causa dell'illegalita' rischiano di sparire 43.000 negozi regolari all'anno, insieme a 79.000 lavoratori. Il dato dell'illegalita' nel commercio, ha spiegato Bella, "e' molto superiore al Sud e nelle Isole rispetto al resto del paese". Furia Saccomanni - Le parole di Sangalli non sono piaciute a Saccomanni che ha risposto per le rime: "Dopo una crisi grave e prolungata, gli ultimi dati congiunturali segnalano che l'attivita' economica si sta stabilizzando e il paese si sta avviando verso una graduale ripresa", afferma. "Nel 2014 la dinamica del prodotto e' stimata pari all'1,1%. A partire dal 2015 la crescita del Pil si porterebbe sui livelli vicini al 2%", continua. Saccomanni, dopo aver sottolineato che il Pil crescera' dell'1,1% l'anno prossimo e di circa il 2% nel 2015, aggiunge che "nell'elaborare tali previsioni abbiamo tenuto conto, in maniera prudente degli effetti delle riforme introdotte sin da ora" dal governo. "Queste - continua - presuppongono la prosecuzione di un'azione di politcia economica volta da una parte ad accrescere la competitivita' del sistema, dall'altra a rafforzare la solidita' delle finanze pubbliche". "Non abbiamo a disposizione soluzioni semplici per reperire ulteriori risorse e concedere sgravi fiscali piu' ampi", aggiunge Saccomanni. "A tal fine - spiega - sara' cruciale il processo sistematico di revisione della spesa, aspetto fondamentale dell'azione di governo". "Non ci spaventa il numero degli emendamenti che saranno tutti valutati". Le politiche per la crescita "vanno contemperate con il risanamento della finanza pubblica: per un Paese ad alto debito il consolidamento dei conti pubblici e' una condizione necessaria per avviare un solido e duraturo percorso di sviluppo dell'Economia", dice ancora Saccomanni che "per questa ragione essenziale, netto deve restare entro la soglia del 3 per cento del Pil", anche "il solo rispetto di tale obiettivo non e' sufficiente e il disavanzo deve tendere verso il pareggio. Raggiungere questo risultato e' un interesse prioritario del nostro Paese". Intanto per ora di crescita non si vede nemmeno l'ombra.