Nel mirino

Rai, Tg1 nel mirino della Lega: "Non rappresenta il cambiamento in atto nel Paese"

Davide Locano

Lega e M5S tornano a bisticciare sulla Rai. Ieri, a farsi sentire, è stato il turno della Lega, attraverso una nota del deputato Alessandro Morelli, responsabile editoria del Carroccio e presidente della Commissione Telecomunicazioni alla Camera. «Dobbiamo rilevare», si legge, «che purtroppo il Tg1, il telegiornale più importante del Paese, non sta rappresentando il cambiamento in atto nel nostro Paese. Alla luce di questo non premiano neanche i dati dello share, che parlano di un calo importante in tutte le edizioni del giornale». «Siamo certi», ha aggiunto Morelli, «che presto ci possa essere un rilancio della testata, nel quale noi tutti speriamo, perché non farlo potrebbe essere una grandissima occasione sprecata per l' Italia intera». Ieri mattina, intanto, l'ad Rai Fabrizio Salini e il presidente Marcello Foa si sono incontrati per avviare una riflessione sul tema del doppio incarico di Foa in vista del cda convocato per il 5 luglio prossimo per dare il via libera definitivo ai palinsesti della prossima stagione autunnale. Un incontro sereno e cordiale, a quanto si è appreso, per approfondire il tema dopo il voto della Commissione di Vigilanza Rai avvenuto il 19 giugno scorso (con un asse tra grillini e Pd) sulla risoluzione (non vincolante) che impegna Foa a lasciare l' incarico di presidente di Rai Com e il Cda a rimuoverlo. Leggi anche: Adriana Volpe, bombe su Carlo Freccero Tutte le opzioni al momento sarebbero sul tavolo e Foa non escluderebbe di lasciare l' incarico in Rai Com, considerando i rapporti tra Viale Mazzini e la Commissione di Vigilanza Rai ed anche il clima interno all' Azienda. C' è però anche l' opzione di andare avanti, con Foa che resta al suo posto. Opzione, quest' ultima, forte di almeno quattro elementi: che a chiamare il presidente a quel ruolo è stato l' amministratore delegato di Viale Mazzini, Fabrizio Salini, il quale ha spiegato in due audizioni in Vigilanza i perchè di quella scelta; che pareri legali escludono il conflitto d' interessi; che l' azionista di maggioranza Rai, il Mef, ha escluso che ci siano elementi ostativi; che lo stesso Foa non ha deleghe operative e inoltre non percepisce alcun emolumento per l' incarico a RaiCom. Non a caso, nel brevissimo comunicato diffuso dalla Rai dopo il voto della commissione, veniva detto che si prendeva atto «con rispetto» della risoluzione ma si aggiungeva che i vertici aziendali erano «convinti della correttezza del proprio operato». (A.FRA.)