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Luigi Di Maio ormai fuori dai giochi va a ballare con Virginia Saba in Costa Smeralda

Cristina Agostini

«Ma quanto è put***a questa felicitààà, che dura un minuto, ma che botta ci dà». Balla, balla Giggino, sulle note della canzone dei TheGiornalisti in compagnia della giornalista sua compagna Virginia Saba. Balla in Costa Smeralda, spensierato, in un locale vip di Poltu Quatu, alla vigilia delle elezioni di domenica, perché è sempre meglio festeggiare prima che dopo, quando i risultati potrebbero essere negativi come in effetti poi è stato A guardare le immagini divenute virali di Luigi Di Maio che zompetta in discoteca, pensi che il ragazzo legittimamente si deve prendere le sue ore di svago, impegnato com' è per il resto del tempo a risolvere i problemi d' Italia e ad abolire la povertà. Dopo tanto lavoro, quattro salti in Sardegna ci stanno. Però, riflettendoci bene, capisci che in realtà il ministro grillino si sta costruendo il suo futuro, sta già pensando al dopo-governo quando si ritroverà disoccupato, come era d' altronde prima di buttarsi in politica, e dovrà inventarsi un altro lavoro. Ecco, quello di ballerino, di intrattenitore delle piste, visto che ha fallito come intrattenitore delle piazze, potrebbe essere una buona soluzione. Luigi Di Maio, il Tony Manero grillino, passato d' incanto dal Movimento 5 Stelle a Ballando con le Stelle. Tanto, sempre di movimento si tratta. Sì, movimento di anca Pare anche una sorte giusta per il suo schieramento che torna da dove era partito, cioè allo spettacolo: iniziato dalla comicità finisce in pista da ballo, con una breve e nefasta parentesi politica su un' altra pista chiamata piattaforma Rousseau. Leggi anche: "Soltanto una storia di soldi". Di Battista si va a schiantare: dai grillini la più grave accusa Clicca qui per guardare il video Nella spregiudicatezza con cui Giggino ballava alla vigilia delle elezioni in Sardegna, coglievi però anche una certa allegria di naufragi, una volontà di andare incontro alla propria distruzione politica danzando e cantando. È il singing in the rain, sono gli orchestrali che suonano sul Titanic mentre sta per affondare, è la cupio dissolvi di chi sa che il proprio destino è segnato e allora tanto meglio finire a ritmo di musica DAL 42,5% A MENO DEL 15% - Mentre Di Maio balla e si sballa, il Movimento infatti traballa eccome, dato che nella tornata amministrativa in Sardegna i 5 Stelle non vincono nemmeno in un Comune su 28, addirittura non si presentano neppure a Cagliari, dove il candidato designato, tale Murenu, era troppo cattolico, troppo anti-aborto e anti-unioni civili, forse troppo in gamba, per poter essere presentato, e allora tanto meglio non scendere in "pista" E perdono male, ma molto male, i grillini anche negli altri due Comuni più grandi, Alghero e Sassari, dove racimolano meno del 15%. Negli altri Comuni più piccoli poi il Movimento è pressoché non pervenuto. È roba da preoccuparsi mica poco, visto che nel marzo di un anno fa i 5 Stelle erano riusciti nell' impresa dove forse in passato erano riusciti solo i Fenici: prendersi tutta la Sardegna. Avevano il 42,5% dei voti, un consenso immane, dilapidato magnificamente nei 15 mesi successivi, quasi dimezzato alle Europee, quando si era fermato al 25,7%, e ora ridotto a un terzo, sotto il 15 Se il Movimento ondeggia e dondola, guarda come dondola, scosso dai marosi di Sardegna, è lo stesso Luigi Di Maio a traballare alla guida di ciò che resta del suo partito. Gli attacchi ormai gli arrivano non solo da fuori, ma pure dall' interno, dalle viscere del Movimento dove Di Battista, che ballerino lo era quando faceva l' animatore a San Vito Lo Capo, si prende addirittura la briga di scrivere un libro per demolire Giggino. Una volta era "Non sparate sul pianista", ora dovremmo dire "Non sparate sul danzatore Di Maio". Save the last dance for us, Giggino. C' è però un altro aspetto di cui Di Maio, un tempo steward e oggi cubista, deve tener conto. Tra una piroetta e l' altra con la sua morosa, tra un paso doble e un tentativo sgangherato di muoversi a ritmo di reggaeton, dovrebbe preoccuparsi, più che del ballo, delle balle. Ossia delle tante fandonie che il Movimento ha sparato nell' ultimo anno, tra promesse di chiudere l' Ilva e annunci roboanti di non costruire il Tap, tra proclami su anni bellissimi e poveri spariti, oltreché su ponti ricostruiti a tempo di record. Il Movimento 5 Stelle è diventato il Movimento 5 Balle e gli elettori se la sono data a gambe, facendo un bel balzo altrove come capita nelle migliori coreografie. Ora a Giggino Travolta non resta che scatenarsi in pista e consolarsi col motto di Nietzsche, secondo cui «bisogna avere un caos dentro di sé per generare una stella danzante» (o erano 5 Stelle danzanti?); e rimpiangere di poter neppure partecipare in Sardegna all' ultimo ballo politico previsto tra due settimane: il Ballottaggio. di Gianluca Veneziani