La parola al direttore

Franco Bechis sulla lettera della Commissione Ue: "L'ombra di un nuovo governo Monti"

Caterina Spinelli

"C'è un solo governo che la Commissione europea vorrebbe ancora oggi alla guida dell'Italia, ed è proprio l'esecutivo che meno rimpiangono gli italiani: quello che fu guidato da Mario Monti", esordisce Franco Bechis in un commento su Il Tempo in cui mette in guardia circa le prossime mosse di Bruxelles. Il punto è che tutti gli esecutivi successivi, da Letta e fino a Renzi e Gentiloni, hanno disatteso i desiderata dei vertici Ue. Figurarsi quello gialloverde. Scontato, per quanto spaventoso, che la Commissione Ue farebbe carte false per imporci un nuovo governo tecnico. Un nuovo Monti, insomma, con tutte le gravose conseguenze che comportò il Loden con la mole di tasse imposte al grido ci "ce lo chiede l'Europa". Oggi, Lega e M5s, fanno l'esatto contrario di quel che chiede Bruxelles: niente attuazione completa della legge Fornero sulle pensioni (anzi, l'introduzione di quota 100), niente patrimoniale, niente reinserimento dell'Imu. Insomma,"il succo delle 15 pagine della raccomandazione del consiglio dell'Unione europea che ieri ufficialmente ha iniziato l'iter di una possibile procedura di infrazione", secondo Bechis, era proprio questo. La Commissione ha messo nero su bianco cosa non funziona nello Stivale, in uno spaventoso parallelismo con quello che fu, ovvero il famigerato "salva-Italia". Bechis si riferisce al pacchetto di provvedimenti varato da Monti, appunto, che  "schiantò gli italiani ma che per i vari Pierre Moscovici resta e deve restare il modello di riferimento per qualsiasi governo italiano". E ancora, prosegue nell'analisi, l'attuale Commissione europea vorrebbe che il Paese finisse di "disinnescare le clausole di salvaguardia, alzando le aliquote Iva che non sono ancora al livello più alto di Europa e che secondo loro non dovrebbero proteggere - come accade - con aliquote agevolate nemmeno generi alimentari di prima necessità". Bechis mette le mani avanti e assicura, con tanto di testo alla mano: "Non esagero affatto quello che vi è contenuto".  Leggi anche: "Cos'ha detto Luigi Di Maio?", la bomba di Bechis che fa temere Salvini Ma la lettera comprende anche qualcosa di sensato sui fattori di debolezza italiana. "Si cita la scuola - prosegue Bechis - sottolineando che gli insegnanti italiani sono sottopagati. Ma se si pagassero di più, la spesa pubblica italiana salirebbe". Poi ancora: "Ci si lamenta dell'elevata età media dei dipendenti pubblici, però si chiede di non mandarli in pensione nemmeno con 40 anni di contributi. Si dice che si potrebbero conseguire risparmi intervenendo su pensioni di importo elevato che non corrispondono ai contributi versati, nel rispetto dei principi di equità e di proporzionalità, e i commissari europei mostrano di non sapere che un taglio alle pensioni d'oro c'è stato, ma temporaneo perché altrimenti tutti urlano sui diritti acquisiti". Ma tranquilli, Bechis ne è certo: "Questo passaggio della raccomandazione Ue sarà taciuto quasi ovunque".