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Luigi Di Maio, l'ultima vergogna contro Matteo Salvini sul caso Siri: "E' come Silvio Berlusconi"

Cristina Agostini

Botta e risposta a distanza tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. La tensione sale sul caso di Armando Siri: "I processi si fanno nei tribunali e non sui giornali o in Parlamento", sbotta il leader leghista durante una intervista a radio Rtl: "Se invece decidiamo che uno si alza la mattina e dice questo è colpevole e questo no, questo è antipatico e questo è simpatico, allora chiudiamo i tribunali e diamo in mano a qualche giornale la possibilità di fare politica". E ancora: "Non faccio il giudice o l'avvocato e non ho gli elementi, dico solo che non è da paese civile che ci siano sui giornali fatti non a conoscenza degli indagati né dagli avvocati". Una dichiarazione che non è piaciuta al vicepremier grillino: "Anche Silvio Berlusconi diceva che i processi non si fanno in parlamento o sui giornali. E mentre lo diceva, accomodandosi sulla lunghezza dei processi, continuava a mangiarsi il Paese. Dispiace che anche Salvini la pensi allo stesso modo. Non è questione di dove si fanno i processi, a nostro avviso, ma questione di opportunità politica", riferiscono alcune fonti del Movimento 5 stelle al sito ansa.it.   Leggi anche: Di Maio, dramma siciliano. I 5 stelle in caduta libera: perdono voti ovunque "Il Movimento 5 stelle chiede a Siri di mettersi in panchina, finché l'inchiesta sia conclusa", sottolinea Di Maio. "La Lega deve comprendere che, sebbene loro non abbiano questa sensibilità sul tema corruzione, noi l'abbiamo e dobbiamo difendere le istituzioni anche da una macchia ipotetica che possa venire da questa inchiesta".