Giustizia a orologeria

Matteo Salvini e Armando Siri, la voce terrificante nella Lega: "Come nel 1992, Davigo e i 5 Stelle..."

Giulio Bucchi

Ci mancavano i fantasmi di Tangentopoli ad agitare questo governo sempre più agli sgoccioli. Il Corriere della Sera tratteggia in poche righe tutta l'inquietudine che si respira dentro la Lega. La beffa è che mentre Matteo Salvini si gode il bagno di folla in Sicilia (preludio a un nuovo exploit elettorale), il partito è agitato dal caso di Armando Siri, il sottosegretario leghista indagato per corruzione. Si parla di "umori ogni giorno più cupi", con gli esponenti del Carroccio "che si sentono accerchiati". Leggi anche: "Cosa c'è dietro l'indagine su Siri". Il 2019 come il 2011? Qualcuno, riferisce il Corsera, "parla di un copione come nel 1992 sul fronte giudiziario". "E del resto - è la riflessione di qualche anonimo dirigente - non c'è da stupirsene visto che il ministro ombra dei 5 Stelle è Piercamillo Davigo". Sì, proprio uno degli uomini di spicco del pool di Mani Pulite che a inizio anni 90 mise a ferro e fuoco i partiti di governo di Roma. "Se poi ci mettiamo il fatto che i giornali e le tivù sono tutti contro...", si lamentano sempre i leghisti. Anche se questo punto Salvini non pare concordare: più la tv e i giornaloni fanno il tiro al piccione contro di lui, più il Capitano vola nei sondaggi.