Lo scenario
"Calma e gesso per non fare la fine del fesso". Cosa succede dopo: Feltri, Salvini e l'azzardo
Aumentano coloro che sollecitano Salvini a rompere il sodalizio con 5 Stelle allo scopo - irraggiungibile - di rinnovare in anticipo il Parlamento. Premono adducendo un motivo valido in teoria: dicono che la Lega, soggiacendo alle pretese programmatiche dei grillini, sia destinata a perdere consensi soprattutto da parte di chi ha a cuore l'economia. È vero, i conti dell'Italia piangono e non promettono nulla di buono nel futuro prossimo. Ma c'è un particolare da non sottovalutare: mettiamo che il capo del Carroccio, stanco di soccombere a Di Maio, compia il gesto estremo, mandando al diavolo il governo in carica. Poi cosa accadrebbe? Due opzioni. La prima, auspicata in particolare dagli imprenditori e da molta gente, è che Mattarella decida di sciogliere le Camere e indica nuove elezioni onde verificare gli umori del Paese, secondo i sondaggi assai diversi rispetto a 13 mesi orsono. La seconda, meno ottimistica da un certo punto di vista, è che il Movimento - attualmente detentore a Montecitorio e a Palazzo Madama del 33 per cento - pur di non uscire di scena si aggrappi al Pd che, col proprio 20 per cento - sarebbe in grado di compensare numericamente la dipartita di Alberto da Giussano. Leggi anche: "Alltroché fazzoletti rossi", Salvini-ruspa sul 25 aprile. Lo schiaffo a Mattarella&Compagni: come li asfalta Insomma, ragionando aritmeticamente, un ministero sostenuto da 5 Stelle e dai dem starebbe in piedi. Personalmente ritengo che il ministro dell'Interno abbia fatto i nostri stessi calcoli per cui resista a tenere in vita l'alleanza ora operativa al fine di evitare il rischio che i pentastellati e i democratici, per non mollare l'osso del potere, si consorzino sulla base di un contratto inedito e tirino a campare provocando altri e irreparabili danni alla nazione già abbastanza disastrata. Ecco perché non conviene affrettare i tempi e lasciare che la matassa si dipani: occorre comprendere le preoccupazioni del Matteo Lombardo, il quale benché sia con il suo partito in forte crescita, non ha in tasca la certezza di poter licenziare i grillini e di imbastire una maggioranza di centrodestra. Calma e gesso, se non vuoi fare la figura del fesso. di Vittorio Feltri