La chiamata per farlo ragionare
Luigi Di Maio, il retroscena su Paragone e le banche: telefona a Mattarella, scarica il senatore
Luigi Di Maio non arretra di un millimetro sull'idea di piazzare il senatore grillino Pierluigi Paragone alla presidenza della Commissione d'inchiesta sulle banche. Tenere il punto non sarà semplice per il vicepremier, che secondo un retroscena della Stampa avrebbe sibilato "per ora" ai suoi. Sul nome di Paragone si sarebbe già espresso chiaramente Sergio Mattarella, che non avrebbe gradito un personaggio così ostile al sistema creditizio per quel ruolo. Leggi anche: Paragone, vendetta leghista: come lo fano fuori (grazie a Mattarella) Il copione per Di Maio si ripete, così come era successo per un altro nome ritenuto impresentabile dal Colle, cioè quello di Marcello Minenna per la presidenza della Consob. La trattativa quella volta andò male, per questo Di Maio ha voluto telefonare direttamente a Mattarella per evitare fraintendimenti. Di Maio ha insistito sul nome di Paragone, ma allo stesso senatore non ha potuto nascondere che stavolta sarà dura farlo passare. E infatti nella telefonata con il Colle cominciata con grande piglio, Di Maio si è man mano ammorbidito e ha lasciato aperto più di uno spiraglio su un possibile cambio di nome in corsa.