politica

Ius soli, Conte: "Non in contratto, auspico discussione"

AdnKronos

Assisi, 29 mar. (AdnKronos) - Lo ius soli "non è nel contratto di governo, ma io auspico che si avvii in sede parlamentare una riflessione serena, dove si può valutare anche una prospettiva di nascita sul territorio italiano, ma che deve essere collegata a un percorso di integrazione serio". E' quanto ha detto il premier Giuseppe Conte, intervenendo ad Assisi a un incontro con i giovani e la comunità dei Francescani, seguito alla consegna della lampada della Pace. "Occorre un percorso di integrazione - ragiona il presidente del consiglio - affinché un 'neonato' possa aver vissuto, conosciuto e condiviso a nostri valori comuni". MIGRANTI - "La nostra politica sull'immigrazione viene spesso fraintesa, viene riduttivamente veicolata, affidata ad un messaggio talmente semplificato da risultare fuorviante" denuncia. "In realtà - afferma - la nostra politica è molto articolata e complessa: lavoriamo intensamente sulle cause originarie, per assistere i Paesi di origine e di transito, per investire nel capitale umano in modo da creare le premesse per una risposta efficace alla sfida globale - e non solo regionale - posta da tale fenomeno". Sui migranti "l'Europa e l'Italia non hanno brillato in efficacia per le risposte date, non siamo stati così generosi come la Giordania. Però l'Italia è stata lasciata sola, anche Juncker ci ha riconosciuto di aver salvato la dignità dell'intera Europa. Con Merkel, con cui c'è un'ottima sintonia, le riconosco grande lungimiranza, stiamo lavorando perché uno sbarco a Lampedusa, a Malta, in Grecia, sia considerato uno sbarco in Europa". CLIMA - Quello dell'ambiente, un tema che la figura di san Francesco "evoca con straordinaria efficacia", e "un aspetto che non considero affatto estraneo ai temi dell'accoglienza, della pace, del dialogo". Il premier ha posto l'accento sulla "responsabilità e la cura del pianeta, di questo mondo che attraversiamo per un brevissimo tratto, per uno spazio minimo che commisurato alla storia universale, che ci è stato affidato dalle generazioni che ci hanno preceduto e che noi siamo chiamati a custodire e a consegnare alle generazioni future. 'Cominciamo col fare ciò che è necessario' scriveva San Francesco 'poi ciò che è possibile. E all'improvviso ci sorprenderemo a fare l'impossibile"'.